L’epoca d’oro degli advertising arriverà con la VR

Ormai ce lo siamo ripetuti infinite volte: il tempo per fare soldi con la VR deve ancora arrivare. La tecnologia deve perfezionarsi, i costi di produzione devono abbassarsi, così che la realtà virtuale diventi qualcosa di accessibile alle grandi masse, bisogna mantenere alta l’attenzione sul media e assicurarsi che venga percepito nel modo corretto. Insomma, di lavoro da fare ce ne è ancora. E’ interessante però seguire comunque le varie ricerche che vengono svolte intorno a questa nuova e affascinante, carica di promesse che rivoluzioneranno per sempre il modo in cui le aziende comunicheranno con i loro clienti, perchè è vero che i soldi per ora se ne vedono pochi, ma se tutto andrà secondo il nostro machiavellico piano, in futuro diventerà qualcosa di davvero grosso, ed è giusto farsi trovare pronti per arraffare tutto quello che potrà darci. Immersv è una piattaforma VR dedicata al marketing, in modo particolare per tutto ciò che riguarda gli advertising, e ha svolto delle indagini che hanno mostrato dei risultati davvero notevoli. Sì è infatti scoperto che i tanto odiati ads che riempiono gli schermi dei nostri computer e smartphone, risultano di gran lunga molto più interessanti, invece, con un visore in testa. Immersv ha un sistema in grado di rivelare quando una persona sta guardando un advertising incorporato all’interno dell’esperienza VR, ma non è in grado di sapere se l’utente ha gli occhi chiusi o si sia voltato subito dopo aver attivato il video, esattamente come avviene anche nei media classici.

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Le percentuali di download e di visualizzazione degli ads su cellulare e PC non reggono assolutamente il confronti con i valori riportati dalla realtà virtuale.

Il click-through rates è la percentuale che indica quante volte un advertising viene cliccato in rapporto a quante volte viene visualizzato. Per fare un esempio, se un banner viene mostrato 100 volte e un utente lo clicca, il CTR risulterà dell’1%. Per la realtà virtuale è stato necessario inventare un nuovo sistema, il gaze-through rates, ovvero quante volte lo sguardo dell’utente si muove per attivare un advertising. I numeri fanno davvero riflettere: secondo la Innovid 2016 Global Video Benchmarks, su cellulare, un advertising ha una media di CTR dell’1%, mentre su PC ha un CTR dello 0.4%. In VR invece, la percentuale arriva al 30%. Quanti però di questi video vengono effettivamente visti dall’inizio alla fine? Di tutti i video visti dagli utenti immersi nella realtà virtuale, l’80% viene visto nella sua interezza. A tutto ciò però, bisogna considerare anche quante volte dopo una visualizzazione, l’utente decide di scaricare l’applicazione e installarla. Sempre su cellulare, ogni 1000 ads visti, vengono scaricate 0.5 apps, 0.2 su PC e 12 in VR. Mihir Shah, CEO cofondatore di Immersv, è rimasto davvero sbalordito da questi numeri. Nei suoi anni di esperienza nel settore, dopo aver lavorato per aziende come Tapjoy e RockYou, afferma che cifre di questo tipo non si vedevano dalla prima alba di Facebook. E’ stimolante e creativo trovare i modi migliori per integrarli in modo che siano coerenti con l’esperienza, rendono le pubblicità molto più interessanti da guardare. Il 2017 si prospetta molto promettente da questo punto di vista. Chissà che magari non siamo sulla strada per una convivenza pacifica con la pubblicità su internet!