Google collabora con 60 artisti per sviluppare la creatività su Tilt Brush

Tilt Brush è un’app di disegno e modellazione sviluppata da Google e rilasciata l’anno scorso su HTC Vive, che consente di ideare e realizzare le proprie creazioni in uno spazio virtuale in tre dimensioni, in modo del tutto originale e assolutamente impensabile senza l’aiuto della VR. L’app ha avuto un buon successo tra gli utenti, e si è mostrata al grande pubblico durante alcune particolari occasioni, come la rubrica VR Pictionary del The Tonight Show di Jimmy Fallon, e in diversi spot commerciali e video musicali in onda negli Stati Uniti. Avendone ben chiare le potenzialità, Google ha cercato di spingerne sempre più la diffusione in questi mesi, lanciando diverse iniziative. Nella giornata di oggi, la divisione VR dell’azienda di Mountain View ha ufficialmente annunciato la conclusione di un programma di collaborazione con 60 fra artisti, pittori, disegnatori, ballerini e designer, denominato Artists-in-Residence, il quale ha dato a tutti quanti la possibilità di lavorare per un anno intero con Tilt Brush.

Fin dall’inizio del 2016, dunque, Google ha lavorato con 60 veri e propri professionisti della creatività, che potessero dare l’esempio al resto del mondo e iniziare a sviluppare attraverso diversi medium, tutti sotto la comune bandiera della realtà virtuale, quello che potrebbe davvero diventare un nuovo settore produttivo dell’arte. L’obiettivo primario del programma, secondo Google, è infatti stato proprio quello di consentire agli artisti di dare libero sfogo alle loro idee e sviluppare uno stile tutto nuovo attraverso una tecnologia e dei tool completamente inediti e mai utilizzati prima. Il loro lavoro, ovviamente, non è andato sprecato, ed è servito al team di sviluppo di Tilt Brush per raccogliere importanti feedback. I loro contributi, ad esempio, sono stati preziosi per sviluppare la recente integrazione dell’app di disegno con YouTube. Ma questo non è che un piccolo esempio. Volendo fare un paragone forse un po’ visionario ma calzante, gli aderenti al programma devono essersi sentiti un po’ come quegli uomini primitivi, che, molti millenni di anni fa, imparavano per la prima volta a dipingere pitture rupestri sulle pareti delle grotte durante la preistoria. Che dite, vi sembra esagerato?