Remothered: Tormented Fathers Recensione della versione Switch

Remothered: Tormented Fathers Recensione | L’opera italiana di Chris Darril ritorna a far parlare di sé, questa volta con una “nuova” edizione targata Nintendo Switch. Il titolo, che ricordiamo lo scorso anno si è aggiudicato il prestigioso premio di “Miglior videogioco italiano” agli Italian Video Games Awards, è prodotto da Stormind Games e prossimamente è in arrivo anche un seguito del gioco, Remothered: Broken Porcelain. Reso disponibile inizialmente solo su PC, PlayStation 4 e Xbox One, da questo mese anche i giocatori della console ibrida della Grande N possono usufruire del titolo, ma qual è stato il risultato finale? Scopriamolo insieme.

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Nonostante questa sia la terza conversione del gioco, vediamo di scoprire comunque cosa vuole raccontarci la trama: prenderemo i panni di Rosemary Reed, una donna di 35 anni che si reca presso la casa del Dottor Felton, un vecchio notaio scontroso e costretto a vivere in condizioni precarie a causa di una gravissima malattia, con l’obiettivo di indagare sulla misteriosa scomparsa di Celeste, la figlia di Felton. Durante un breve interrogatorio, Rosemary viene brutalmente cacciata da Gloria, la dottoressa incaricata di seguire il caso del dottor Felton. Dopo essere riuscita ad entrare di nascosto nella dimora con un inedito stratagemma, per Rosemary Reeds inizierà un’odissea di terribili orrori basata su temibili nemici da affrontare e scenari altamente inquietanti.

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Ad aumentare la tensione, già palpabile ad ogni minuto di Remothered: Tormented Fathers, troviamo anche la visuale in terza persona

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L’obiettivo del videogioco, analogamente alle edizioni passate, sarà quello di scoprire il mistero che avvolge i Felton e contemporaneamente tentare di sopravvivere il più lungo possibile dagli attacchi dei minacciosi coinquilini che vivono nel palazzo e dal proprietario. Ad aumentare la tensione, già palpabile ad ogni minuto di gioco, troviamo anche la visuale in terza persona in grado di rendere il gameplay più coinvolgente ma contemporaneamente anche molto più inquietante. Questa feature, infatti, può essere molto utile per “spiare” i nemici nei nascondigli con cui avremo a che fare (che si trovano un po’ ovunque in giro per le varie sale della casa) oppure ci consente di lanciare dei diversivi in grado di distrarre chi ci minaccia e di sfuggire dalle grinfie dei nemici se essi osano avvicinarsi troppo a noi. La storia è sicuramente uno dei punti di forza dell’opera ed in circa 10 ore di gioco è possibile completare l’intero videogioco anche se alcuni dei misteri di casa Felton restano irrisolti in vista probabilmente dei prossimi capitoli in uscita prossimamente.

Nascondersi e collezionare oggetti per difendersi sarà l’hobby preferito di Rosemary Reed

Per prendere la mano ed ambientarsi con i comandi di questa versione c’è sul menù un apposito tutorial che però, sfortunatamente, non si distanzia più di tanto da quello visibile nelle versioni precedenti. Diciamo così perché, viste le funzioni particolari del Joy-Con, avremmo gradito l’implementazione di qualche feature sfruttando magari il giroscopio. Purtroppo le noti dolenti di questo porting non finiscono qui: come molte conversioni di altri giochi su Nintendo Switch, l’aspetto più debole dell’opera ricade proprio in alcuni aspetti tecnici. Se veniamo accolti da delle cutscene elaborate egregiamente, quando si tratterà di provare il titolo durante la fase di gioco le dinamiche, purtroppo, cambieranno radicalmente. Graficamente, Remothered: Tormented Fathers tenta in ogni modo di essere il più fedele possibile alle edizioni precedenti ma, complice l’hardware di Switch, la potenza presente in essa non riesce mai a eguagliare il livello di dettagli delle altre versioni creando di conseguenza una serie di problemi preoccupanti. Il risultato finale porta ad esiti spesso discutibili tra oggetti sgranati e sbiaditi difficilmente distinguibili se non fosse per un icona che, fortunatamente, riesce nel suo ruolo: ovvero far capire al giocatore cosa potrebbe prendere e che tipologia di oggetto si possiede.

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Nella modalità portatile di Remothered: Tormented Fathers l’impatto visivo è migliore

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Uno dei punti di forza di Remothered: Tormented Fathers è sicuramente l’atmosfera oscura e cupa. Tuttavia, a causa dei problemi citati precedentemente, al giocatore potrebbe risultare davvero difficile riuscirsi ad immedesimare pienamente nel titolo e all’angoscia che esso vorrebbe suscitare, rendendo quindi paradossalmente anche futili le fasi stealth, che rappresentano uno dei motivi principali per giocare l’opera.

Una dubbiosa Rosemary alla ricerca di qualche indizio

Una (triste) manifestazione di questo fenomeno lo si può avvertire tra le fasi di gameplay e le cutscene. Se per le altre versioni il “problema” grafico si manifestava al contrario, in questa versione per Nintendo Switch le scene d’intermezzo sono, paradossalmente, l’aspetto riuscito meglio, ed è un vero peccato visto l’enorme potenziale del gioco. Fortunatamente, in modalità portatile l’impatto visivo è migliore, probabilmente anche grazie alla minore dimensione dello schermo che rende i problemi visivi meno distinguibili. Nonostante l’edizione per Nintendo Switch pecchi sotto alcuni aspetti tecnici Remothored: Tormented Fathers è piacevole da giocare anche se per farlo è necessario accettare numerosi compromessi elencati nella seguente recensione.