Destiny 2: Ombre dal Profondo Recensione

Destiny 2: Ombre dal Profondo Recensione | Quando iniziai a giocare al secondo capitolo del fortunato sparatutto di Bungie, che avevo installato da tempo sul PC ma mai davvero avviato, scoprii qualcosa che, onestamente, mai mi sarei aspettato. Un mondo vivo, in sintonia, connesso e fortemente sociale. Un universo epico, il cui impatto emotivo di molte scene e situazioni è a dir poco impressionante. A stregarmi è stata soprattutto la scena iniziale della storia, il viaggio del Guardiano verso la salvezza, accompagnato magistralmente da una colonna sonora esplosiva come poche altre, di cui dobbiamo citare quella meraviglia che è “Journey“. Destiny 2 si è dimostrato capace di mutare nel tempo migliorandosi costantemente, e sebbene l’inizio del suo percorso non si è rivelato essere dei migliori, la casa produttrice ha comunque mostrato la sua incredibile volontà nel riportare alla luce un’opera con un potenziale enorme. Il risultato di quella speranza è un punto di evoluzione, quasi naturale, del gioco rappresentata da Una Nuova Luce e Ombre dal Profondo. La prima, come saprete, è una versione free-to-play della realizzazione, che include la campagna principale, La Mente Bellica e La Maledizione di Osiride. La seconda, al contrario, è qualcosa di completamente nuovo, una continuazione dell’eredità del capitolo precedente ma anche il primo passo verso un futuro promettente sia per il titolo che per Bungie stessa. Pronti ad addentrarvi nelle profondità della Luna?

Destiny 2: Ombre dal Profondo è un’espansione, un DLC nel senso più puro della parola. Introduce la Luna, nuove missioni, trionfi, avanguardie e moltissimi eventi. Tuttavia, il suo cuore è un filone narrativo inedito, collegato in modo diretto al primissimo titolo del franchise. Torniamo così sul satellite della Terra, ora che Eris Morn ci ha contattati avvisandoci di un male nascondo nelle profondità del corpo celeste. La superficie del pianeta, e più fortemente la Fortezza Scarlatta, diventa così il palcoscenico del ritorno di tanti vecchi nemici, ombre o “incubi” dei boss che abbiamo già sconfitto nel capitolo precedente. Assieme al personaggio sopracitato e al nostro Spettro dovremo così scoprire quali segreti cela la Piramide, il più grande nemico del Viaggiatore, e sventare i suoi piani.

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Ombre dal Profondo è la prova concreta che Destiny 2 ha ancora molto da offrire e che potrebbe farlo anche all’infinito

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Dire cosa è davvero Destiny 2: Ombre dal Profondo potrebbe essere tanto semplice quanto complesso. Basilarmente, un nuovo contenuto che arricchisce la longevità del gioco e che offre la possibilità di mettere le mani su nuove armi, armature ed aggiunte inedite che, credetemi, sono innumerevoli. Quello che abbiamo davanti è, tuttavia, qualcosa di lontano anche da I Rinnegati, per quanto comparabile a esso: l’espansione è la prova concreta che Destiny 2 ha ancora molto da offrire e che potrebbe farlo anche all’infinito. Dopo tantissime ore passate a scovare ogni singolo segreto della superficie lunare, a sparare a non finire (e credeteci, vi serviranno molte munizioni stavolta) abbiamo scoperto che questo DLC promette prima di tutto una difficoltà decisamente più equilibrata e si, anche più elevata. In qualche occasione ci siamo ritrovati costretti a ricominciare più volte alcune sezioni ma non perché la nostra forza era inferiore a quella consigliata, ma perché ogni singola boss fight è stata elaborata nei minimi dettagli e quindi risulta essere ora più impegnativa, nel vero senso della parola. Bungie ha deciso quindi di eliminare il livello del personaggio per dare maggior risalto a quello del potere, e anche al grado stagionale, rendendo il primo importantissimo per definire quello che sarà l’effettiva complessità delle varie attività.

Destiny 2
Pronti a infiltrarvi nella Fortezza Scarlatta?

La progressione in Ombre dal Profondo avviene principalmente completando i trionfi, ovvero delle quest secondarie con circa tre obiettivi da superare, che possono essere ad esempio un certo numero di nemici da uccidere con una tipologia specifica di armi, degli oggetti da trovare (come la Ghirlanda Cornuta, la Corda del Prigioniero o la Treccia Necromantica, di cui vi abbiamo parlato nelle nostre guide). Tutte queste piccole missioni hanno in comune la necessità quasi ossessiva di completare eventi come assalti, pattuglie, sub-quest e molte altre attività sulla Luna e non. La campagna prosegue in questo modo, quasi costringendoci a terminare questi incarichi per andare avanti nella storia.

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Destiny 2 è un titolo che non giunge mai a una vera e propria conclusione, che invece evolve nel tempo ma che ad oggi non può ancora esprimere il suo vero e totale potenziale

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Non lo nascondiamo: ci rendiamo conto che questo potrebbe risultare una forzatura della longevità del gioco a molti, dato che non dovremmo mai essere costretti ad avviare questo genere di missioni. Tuttavia, è anche vero che in questo modo Bungie è riuscita a convergere le “primarie” con le “secondarie”, rendendo queste tipologie unite ma poco distinte. I neofiti potrebbero infatti trovarsi inizialmente spaesati da una tanto vasta varietà di attività, ma coloro che già hanno passato molte ore su Destiny 2 troveranno invece una buona quantità di contenuti inediti, cosa che a noi ha fatto più che piacere, ma che certamente poteva essere superiore. Il vero problema, se così si può dire, sta nel fatto che il team di sviluppo ha deciso di rilegare le novità a un supporto sul lungo termine, somministrando nuovi filoni narrativi, armi e armature esclusive, quest tutte da scoprire e molto più nelle settimane e mesi successivi al lancio di Ombre dal Profondo. Il risultato è così un titolo che non giunge mai a una vera e propria conclusione, che invece evolve nel tempo ma che, è giusto farlo notare, ad oggi non può ancora esprimere il suo vero e totale potenziale. Il gameplay, invece, non riceve un enorme rivisitazione, ma vengono aggiunte le mosse finali, ovvero degli attacchi che possono essere eseguiti su nemici in fin di vita e che regalano spettacoli visivi davvero incredibili. Tuttavia, non è mai chiaro quali sono i mezzi per sbloccarle, ed eseguirli su PC potrebbe portarci a utilizzare involontariamente la nostra super.

La Luna, peraltro, si è mostrata la zona perfetta per offrire davvero tanto sia da un punto di vista narrativo che di gameplay. Le sue profondità sono estremamente complesse e dettagliate, e sebbene molti asset e luoghi siano stati riutilizzati dal primo capitolo della saga, riescono a essere lo scenario di tantissime quest secondarie e primarie, senza mai stancare. I veterani del brand, tuttavia, potrebbero non trovarsi davanti una vera e propria novità, in quanto molti territori non sono stati cambiati radicalmente, ma coloro che hanno iniziato a giocare a Destiny 2 di recente, o magari con la sua versione free-to-play, possono gioire: preparatevi a inoltrarvi in una lunga serie di cunicoli, grotte, antri nascosti. Ammettiamo che ci aspettavamo qualcosa di più dalla narrazione, dato che dopo gli eventi de I Rinnegati, e con una location più vicina che mai alla Terra e alla Torre dei Guardiani, si poteva aggiungere altro. Ancora una volta, infatti, ci sono frequenti buchi nella trama e scene chiave che però terminano improvvisamente, senza darci neanche lo spazio anche solo per teorizzare su quello che sta accadendo veramente. Parliamo di un problema che ha afflitto anche la campagna iniziale del gioco, sin dal suo rilascio ormai due anni fa, e che speravamo fosse stato risolto almeno con Ombre dal Profondo, ma così non è. Graditissimo, però, il ritorno di tanti boss e antagonisti passati, che dovremo tornare a combatterli sotto forma di “Incubi” evocati dalla Piramide e accompagnati da una colonna sonora che, nonostante non spicchi per originalità, riesce magistralmente a gettare il giocatore in un ambiente cupo, misterioso e sempre pericoloso.