Exit the Gungeon Recensione PC

Exit the Gungeon Recensione | Se siete sopravvissuti ai temerari labirinti stracolmi di nemici ed insidie pixellose, non potrete tirarvi indietro per questa nuova avventura. Ora che siete entrati nel dungeon delle pistole ed avete distrutto il tempo, giocando con le varie armi che hanno indebolito la magia, vi trovate in una mare di guai. Dai creatori di Enter the Gungeon arriva il suo spin-off, ambientato nello stesso universo con solo una missione: salire sempre più in alto tramite un ascensore e sconfiggere minion, strambi nemici dalle più disparate fattezze e boss ancora più bizzarri. Se avete amato il vecchio titolo di Dodge Roll, potreste amare anche lo zampino e l’inventiva che aggiunge il team di Singlecore. Ricordiamo inoltre che sono presenti due versioni del gioco, sia per PC che Nintendo Switch. Ora impugnate i vostri fucili preferiti gungeonisti: è giunto il momento di uscire da questo posto, e lo faremo in gran stile.

Per tutti coloro che – per un motivo o per un altro – non hanno provato Enter the Gungeon, non preoccupatevi, avrete ogni spiegazione durante l’intro iniziale. Questa splendida e comica cutscene vi ricorderà il caos che i personaggi hanno creato prima dell’inizio dello spin-off. Capirete da subito che non abbiamo tempo da perdere e che il posto sta crollando. La cosa che salterà subito agli occhi, anche di chi si appresta a giocarlo per la prima volta, è che Exit the Gungeon si presenta molto simile al proprio predecessore. Raccogliendo i punti fondamentali del titolo originale e stravolgendoli, i creatori sono riusciti ancora una volta a stupirci (più o meno). Essendo un bullet hell verticale stavolta, il nostro punto a favore sarà l’altezza e come riusciremo a sconfiggere i nostri avversari, senza perdere quelle misere 3 vite che ci separano da morte certa. Facendo della difficoltà e della velocità il suo punto di forza, vi troverete sempre a perdere e dover ricominciare. Se la storia del primo si basava sulla redenzione, ovvero sulla decisione di cambiare il passato e cancellare i propri errori, qui dovremo mettere fine al paradosso che noi stessi abbiamo creato e lo faremo grazie a Kaliber, una dea a cui stiamo abbastanza simpatici e che quindi deciderà di benedire la nostra arma. In questo modo non dovremo più andare a cercare la miriade di varianti buffe e strapotenti come in precedenza, ma all’incirca ogni 10 secondi il nostro fucile si trasformerà da solo, grazie a questa benedizione! Sono più o meno 70 le armi da poter provare che, randomicamente, appariranno nella vostra mano per colpire gli avversari in un modo totalmente diverso dall’altra che avevate prima.

Le battaglie sono all’ordine del giorno e, dopo qualche piccolo suggerimento dal nostro buon vecchio Manuel, è tempo di uscire dal covo e uccidere qualche minion. Una volta terminato il tutorial infatti, che ovviamente i più temerari potranno saltare, saliremo a bordo di un ascensore. Aspettate però, è vivamente consigliato l’utilizzo di un controller di qualsiasi tipo, perchè sarà davvero complesso utilizzare la tastiera e, per i meno allenati, diventerebbe snervante dopo pochi utilizzi. Torniamo dunque al nostro mezzo di movimento. Questo sarà perennemente attaccato dai mostriciattoli più carini e pixellosi che abbiate mai visto. Sfortunatamente molti, se non tutti, saranno delle vecchie conoscenze per chi conosce già Enter the Gungeon, ma essendo uno spin-off di questo ha anche senso questa ridondanza. Durante queste battaglie, che andranno ad aumentare di difficoltà e velocità man mano che si sale, dovremo rotolare cercando di schivare i colpi e pregare che la prossima arma che arriverà sia più utile dell’attuale. Quando inizia una boss fight, arriva il momento di vedere chi sarà il nemico che dovremo fronteggiare, dato che anche questi cambiano in modo casuale, impedendo anche di imparare velocemente il loro pattern di mosse. Questo stato di confusione potrebbe scoraggiare, purtroppo, una fetta di pubblico non così tanto allenato.

 

Sprezzante, colorato ed adrenalinico ma… davvero difficile

 

Complice un pixel art dettagliato che garantisce ambientazioni ben strutturate, senza intaccare la visibilità dell’utente, ci troviamo davanti ad uno stile grafico definito che ricalca moltissimo il precedente gioco, mancando di quell’originalità in più che sicuramente non avrebbe guastato. Ogni personaggio è dettagliato a modo suo e, nonostante siano pochi i quadratini a disposizione, sono tutti facilmente distinguibili, sia per il tipo di attacco che infliggono sia per i colori e le forme. Prima dell’inizio delle battaglie contro i boss, c’è un piccolo intramezzo che mostra il nostro gungeonista contro il mostro di turno, entrambi disegnati con uno stile a metà tra il cartoonesco ed il parodistico. Anche il comparto sonoro riesce ad incentivare e garantire un ritmo frenetico e sprezzante, sempre adatto ad ogni situazione.

Exit the Gungeon è quel tipo di titolo che solo gli amanti del genere e soprattutto del primo gioco potrebbero davvero assaporare al meglio. Il grado di difficoltà presente in ogni run alza un’asticella davvero molto esigente per un genere di gamer medio e senza troppe skill. Nonostante questo, però, riesce a garantire spasso ed una buona dose di azione anche a chi potrebbe preferire opere più tranquille. Essendo uno spin-off non ci potevamo aspettare un cambiamento radicale dei mostriciattoli da sconfiggere, ma perlomeno i boss sono differenti. Inoltre, data la sua velocità e frenesia, a lungo andare, potrebbe stancare e sicuramente diventare frustrante per i meno allenati.