Blizzard Activision: quando il posto di lavoro diventa un inferno

Se avete seguito un minimo le ultime notizie per quanto riguarda il mondo dello sviluppo videoludico, di certo sarete venuti a sapere che Activision Blizzard, la società nata dalla fusione tra Activision e Blizzard Entertainment, sta attualmente attraversando il periodo più buio della sua storia. Tra scandali, post, dichiarazioni dei dipendenti e la verità, c’è un velo di polvere molto spesso. In questo articolo non andremo a parlare nello specifico di ciò che sta succedendo, quanto più nel mostrare la nostra solidarietà verso coloro che hanno subito traumi o stress psicologici lavorando presso Activision Blizzard.

Blizzard

Un posto di lavoro poco serio

Il 20 luglio, circa 3 settimana fa, Activision Blizzard è stata accusata dal dipartimento per l’occupazione e l’alloggio equo della California (DFEH) a seguito di un’indagine durata circa due anni, concentrata sul comportamento discriminatori nei confronti dei dipendenti dell’azienda. La causa elenca specificatamente la disparità di trattamento in merito a compensi, promozioni, incarichi e licenziamenti. Ciò riguarda principalmentele dipendenti donna, le quali hanno riportato di aver subito molestie sessuali continue e sregolate. Per fare degli esempi, citando ciò che viene descritto nei documenti dell’accusa presentati dal DEFH, i dipendenti maschi passano la giornata lavorativa giocando ai videogiochi delegando il loro lavoro alle lavoratrici, inoltre spesso quest’ultimi si presentano al lavoro con i postumi di sbornia, oppure si ubriacano direttamente in loco. Senza contare che il loro comportamento verso le donne in ufficio è assolutamente inappropriato dato che oltre a molestie fisiche, “cube crawls” (girare per l’ufficio e “infastidire” gli altri) vengono fatte spesso apertamente battute sullo stupro e simili. Se volete approfondire ulteriormente questo punto vi invitiamo a leggere il nostro articolo a riguardo, potete arrivarci cliccando qui .

Oggettivamente parlando, erano già trapelate alcune storie riguardo al sessismo e condotta negativa all’interno di Blizzard, però fino ad ora si pensava fossero solo delle storie isolate che, purtroppo, sono onnipresenti nel mondo del lavoro d’ufficio; nessuno avrebbe mai immaginato quanto in realtà fosse grave la situazione in quell’azienda. Incoraggiare certi comportamenti, ignorarne altri portando così i dipendenti a lavorare in un ambiente stressante dove manca la serietà non avrebbe potuto mai portare a qualcosa di positivo.

I dipendenti confessano

L’ex game Director di Hearthstone, Ben Brode e Chris Metzen hanno gettato benzina sul fuoco, soprattutto il primo poiché ha dichiarato che era già a conoscenza degli abusi sessuali verso una sua ex collega ma che non ha mai potuto denunciare la cosa per non distruggere il rapporto di fiducia con la donna poiché lei non voleva che si venisse a sapere, temendo possibili ritorsioni. Su diversi social, molti dipendenti hanno confessato che sin dal primo giorno di lavoro la presenza di molestie sessuale era evidente e che non è una cosa recente. È quindi innegabile che questo clima sfavorevole ha portato le vittime nel corso del tempo a bollare certe accuse come “false” e “del tutto infondate”.

È stata, inoltre, inviata una lettera sottoscritta da dipendenti vecchi e nuovi di Activision Blizzard, che critica la risposta data dall’azienda verso le accuse in quanto “crea un’atmosfera che non da credito alle vittime”, chiedendo quindi di correggere il tiro. Riportando quanto detto da Frances Townsend.

“Per mettere la cosa in maniera inequivocabile, i nostri valori in quanto dipendenti non si riflettono in maniera accurata nelle parole e nelle azioni della nostra leadership. Pensiamo che quelle dichiarazioni abbiamo danneggiato la ricerca per l’uguaglianza, all’interno e all’esterno dell’industria dei videogiochi […] Riteniamo che siano necessarie immediate correzioni”. Al fianco dei nostri amici e colleghi che hanno sperimentato maltrattamenti e molestie di qualsiasi tipo. Non resteremo in silenzio e non ci faremo da parte, non ci daremo per vinti finché l’azienda che amiamo non diventi un posto di lavoro di cui ci possiamo ritenere fieri. Il cambiamento saremo noi”

Qui potrete anche vedere una dichiarazione fatta da un altro dipendente dell’azienda che riporta alla luce fatti sconcertanti. https://www.reddit.com/r/Blizzard/comments/oqtiqc/first_hand_account_of_harassment_at_blizzard/ 

Il fatto che diversi dipendenti abbiano “sputato il rospo” dopo che la denuncia è stata ufficializzata dimostra quanto in realtà ilavoratori stessero nascondendo ciò che stava succedendo dentro le mura dello studio, soprattutto ciò che riguarda i “cube crawls”, nel senso in cui viene inteso dal video succitato è qualcosa di inaccettabile all’interno di una realtà come Blizzard. Potrebbe anche essere giusto o “simpatico” prendersi cinque minuti di pausa e sgranchirsi le gambe andando ad “infastidire” un proprio collega di lavoro con cui si è particolarmente legato. Però non lavorare affatto e andare a “lavoro” solo per attaccare bottone sulle dipendenti, anche in modo forzato o comunque in modo sfacciato con molestie non è un comportamento che si dovrebbe assumere durante le ore lavorative.

La risposta del co-fondatore

Mike Morhaime, ex-capo di Blizzard oltre che co- fondatore originario della compagnia, ha commentato le recenti accuse rivolte verso la compagnia mostrando il proprio disappunto. In un lungo post su Twitter il l’ex CEO ha risposto con molta vergogna alla propri compagnia, dicendo che si sentiva come se tutto ciò che aveva costruito in quasi tre decenni fosse stato spazzato via. Qui potrete trovare la traduzione.

Mike Morhaime ha di certo espresso tutta la sua vergogna in questo messaggio e l’obbiettivo da raggiungere, cioè la sicurezza e l’equità dei dipendenti è stato uno dei suo obbiettivi principali durante il suo lungo periodo in Blizzard. Un obbiettivo che sicuramente ogni capo di un’azienda vorrebbe perseguire e che se fosse stato raggiunto avrebbe di certo evitato questo scandalo; avrebbe portato probabilmente a rendere lo studio di sviluppo un ambiente di lavoro migliore; magari avrebbe portato anche a rilasciare dei prodotti di una qualità maggiore rispetto a quella già alta di quelli che abbiamo visto fino ad ora. Però ormai possiamo solo che appoggiare il pensiero del co-fondatore e sperare che la sua influenza nella compagnia possa supportare tutti coloro che hanno subiti dei maltrattamenti.

Lo sciopero

Mercoledì 28 luglio oltre 2600 dipendenti attuali e passati di Activision Blizzard hanno aderito ad una protesta nei confronti della replica pubblica dell’azienda alle accuse dello Stato della California. Inoltre escludendo chi si è presentato allo sciopero, chi lavora da casa per motivi COVID o altro è stato invitato a non lavorare per quella giornata lavorativa. Qui potrete trovare il nostro articolo approfondito a riguardo. Lo sciopero è stato indetto con lo scopo di smuovere i piani alti a soddisfare quattro richieste principali:

  • Porre fine alle clausole arbitrali obbligatorie nei contratti dei dipendenti poiché “proteggono gli abusatori”.
  • Adottare nuove politiche aziendali per quanto riguarda il reclutamento, colloqui e assunzione del personale con l’obbiettivo di “migliorare la rappresentanza tra i dipendenti a tutti i livelli”.
  • Pubblicazione dei dati sui relativi compensi, cioè “retribuzione trasparente”
  • Dare il via ad una task force per la diversità, l’equità e l’inclusione che controlleranno l’azienda; soprattutto il reparto risorse umane e i dirigenti.

 

Possiamo di certo dire che questo sciopero, più in particolare le richieste per cui è stato indetto sono molto chiare e vincolanti poiché spingerebbero l’azienda ad essere più trasparente e “pulita”. In molte situazioni, in particolare nelle situazioni di molestia sessuale e discriminazione, una clausola arbitrale in un contratto di lavoro in California mette a tacere un dipendente impedendogli di perseguire la propria causa in tribunale. Per quanto riguarda invece la politica di assunzione, è comprensibile che un’azienda abbia delle preferenze sul tipo di personale che vuole assumere per un progetto, come per esempio il tipo di esperienza/capacità  o ruolo. Ma è insensato il preferire un uomo incapace ad, per esempio, una donna capace solo perché è donna. Per quanto riguarda invece le ultime due richieste; a quanto pare i lavoratori vogliono mettere all’angolo la Blizzard, rendendo pubblico il fatto che una donna riceva uno stipendio inferiore rispetto ad un uomo, lavorando entrambi per la stessa azienda ricoprendo lo stesso ruolo ed eliminare le disparità che si sono create all’interno di quell’ambiente.

https://twitter.com/ShannonZKiller/status/1420076720120418311?s=20

 

Activision Blizzard assume lo studio legale WilmerHale

Bobby Kotick, il CEO di Activision Blizzard, ha rilasciato una dichiarazione pubblica in risposta alla causa per molestie sessuali e discriminazione intentata contro la società. Egli ha inviato un messaggio a tutti i dipendenti in merito alla causa intentata dallo stato della California per accuse di molestie e bullismo due settimane fa settimana, affermando che la risposta dell’azienda avrebbe potuto essere molto migliore. Ha anche rivelato che lo studio legale WilmerHale, è stato assunto per rivedere le politiche aziendali nella speranza “di promuovere un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo” e che Activision Blizzard “continuerà a indagare su ogni singolo reclamo e non esiterà a prendere azione decisiva“. Per chi non conoscesse WilmerHale, è lo studio legale che aiutò Amazon a fermare i sindacati. In questo articolo potrete trovare l’intera dichiarazione pubblicata dal CEO della compagnia

Nel mentre, i dipendenti di Activision Blizzard iniziano a organizzare scioperi a sostegno della causa e per protestare contro l’attuale leadership, la produzione di World of Warcraft e altri titoli dello studio è apparentemente interrotta. Lo stesso progettista Jeff Hamilton, progettista senior di World of Warcraft ha espresso la sua delusione su Twitter, criticando il suo stesso studio e le risposte pubblicate in merito alle accuse.

https://twitter.com/JeffAHamilton/status/1419115653978488836?s=20

L’assunzione di questo studio legale è innegabilmente un grande passo avanti poiché segna l’inizio della “pulizia” di Activision Blizzard. Come abbiamo evidenziato fino ad ora,  le disparità di genere di qualsiasi tipo erano all’ordine del giorno in Blizzard e finalmente le minoranze non dovranno più temere di essere discriminate all’interno di un ambiente dove, almeno a nostro parere, non dovrebbe contare di che etnia, sessualità o genere ci si è identificati. Speriamo che ora, grazie all’aiuto di WilmerHale tutti coloro che sono stati omertosi riguardo alle molestie si facciano avanti per il bene dell’azienda e che aiutino come possono per rimediare a tutti questi anni di silenzio. Per quanto riguarda la l’interrotta produzione di titoli attesi come WoW, da giocatori ci dispiace enormemente dover aspettare ancora più del previsto, ma ci dispiace ancora di più del fatto che si è addirittura dovuto fermare il processo di sviluppo per protestare contro l’azienda.

Il presidente lascia l’azienda

J. Allen Brack, il presidente di Blizzard Entertainment sta lasciando l’azienda. Il suo posto verrà preso da Mike Ybarra e Jen Oneal come “co-leader”. L’ex presidente, dopo essere stato etichettato nella causa per molestie sessuali, ha dichiarato di voler lasciare per “inseguire nuove opportunità”. Dopo circa quattordici anni nell’azienda ha ricoperto diversi ruoli importanti prima di essere promosso come capo circa tre anni fa. È stato però criticato per non aver limitato quanto poteva le azioni problematiche Alex Afrasiabi, uno dei principali colpevoli di abuso e molestie sessuali dichiarati dal DFEH. Potrete informarvi meglio riguardo a ciò in questo articolo.

Come abbiamo già affermato prima, risulta che molti di coloro che occupavano i “piani alti” di Activision Blizzard erano al corrente delle molestie che avvenivano all’interno dell’azienda, senza però impegnarsi a risolvere il problema. Ci dispiace però venire a sapere che persino lo stesso presidente non è intervenuto sul più grave caso conosciuto di molestatore presente nella Blizzard. Un presidente dovrebbe essere un fulcro dell’azienda, una figura di riferimento per i dipendenti e non dovrebbe chiudere gli occhi davanti ad evidenti molestie da parte di un dipendente, soprattutto se quest’ultimo è rinomato per il suo particolarmente problematico con il personale femminile. Però ciò che dispiace maggiormente è l’argomento di cui andremo a parlare nel prossimo paragrafo.

Blizzard Entertainment

 

L’ufficio delle risorse umane

Jesse Meschuck, il dirigente delle risorse umane di Blizzard, ha lasciato la società nel corso di questa settimana. Axios ha pubblicato un rapporto che svela una cupa verità dell’ufficio che più si sarebbe dovuto prendere cura dei dipendenti. Si è scoperto che diversi dipendenti sia attuali che ex hanno affermato di aver aiutato ad insabbiare i casi di molestie e cattiva condotta sul posto di lavoro. Sebbene le segnalazioni siano state presentate in diversi modi, l’ufficio di risorse umane non aveva messo in atto misure per proteggere le vittime. Per maggiori informazioni potete leggere quest’altro articolo.

Questo è il quadro più cupo che potesse essere dipinto in questo periodo, tra responsabili omertosi e dipendenti sregolati, la mancanza di presa in atto da parte dell’ufficio di risorse umane è ciò che più, a nostro parere, ha portato l’azienda nella situazione in cui è ora. L’ufficio delle risorse umane in un’azienda del calibro della Blizzard, dovrebbe tutelare maggiormente le minoranze, garantendo loro un posto di lavoro dove i dipendenti possono sentirsi al sicuro, indipendentemente al tipo di minoranza di cui fanno parte. Se un dipendente viene discriminato, è suo compito fare reclamo alle risorse umane, e, dipendentemente dal caso, l’ufficio dovrebbe agire di conseguenza; non insabbiare il reclamo favorendo l’abusatore. Questo scandalo è dovuto all’unione di molte cose che purtroppo non hanno funzionato, lasciando quindi ai molestatori troppo spazio e alle vittime, si spera non deliberatamente, quasi senza nessuna protezione.

Blizzard

 

 

La risposta dei giocatori

È innegabile che questa situazioni non vada a giovare nessuno, né i giocatori, né l’azienda. Molti hanno chiuso il proprio account Battle.net, il launcher di Blizzard, molti altri ancora hanno mostrato il loro supporto verso le vittime e la loro delusione verso l’azienda. Sui vari social si possono leggere commenti di tutti i tipi sotto i post dei dipendenti, o di account ufficiali dell’azienda. Però ciò che andrà forse maggiormente a discapito sarà la mancanza dei titoli attualmente in sviluppo come Overwatch 2, Diablo IV e WoW III Remastered. Lo sviluppo di questi giochi è attualmente quasi completamente fermo e probabilmente non riprenderà finché questa situazione non si sarà del tutto risolta. Non rimane altro che aspettare e sperare per il meglio, che Activision Blizzard riesca ad uscire nel migliore dei modi da questa cupa situazione.