Pirati nel cinema: solcando i mari da Skull and Bones a Black Sails

Soon may the Wellerman come
To bring us sugar and tea and rum
One day, when the tonguing is done
We’ll take our leave and go!

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C’è stato un momento, circa due anni fa, in cui il feed di TikTok era invaso da Wellerman, un moderno sea shanty scritto da Nathan Evans. Questo fenomeno musicale si è collocato all’apice di un percorso che ha costruito nel corso degli anni un interesse profondo verso il mondo dei pirati nel cinema, nella tv e nei videogiochi. Attingendo all’ispirazione delle vecchie canzoni marinaresche, con il loro ritmo coinvolgente e aggregante, lo scorso anno si è raggiunto il picco di nuovi appassionati del genere “piratesco”, diventato famoso nel 2003 nel cinema e nel 2012 nei videogiochi, e ormai verso il declino, con l’uscita del videogioco Skull and Bones. Tramite questo speciale, infatti, esploreremo il tema dei pirati nel cinema, nelle serie e nei videogiochi, approfondendo il legame transmediale che ha unito il genere attraverso diverse piattaforme, intrecciando storie, racconti e avventure tra piccoli e grandi schermi.

Ci sono storie e racconti che risiedono nello scrigno dei ricordi della nostra infanzia, e una volta riportati alla luce, ci donano indietro la sensazione familiare e nostalgica del nostro passato, sia personale che storico. Il tema dei pirati, così come quello dei draghi e delle magie del fantasy, fa parte del nostro immaginario collettivo, suscitando in noi il desiderio di esplorare mondi lontani e misteriosi, navigando oltre l’orizzonte issando una bandiera nera. Storicamente, i pirati sono legati a un periodo oscuro della storia umana, caratterizzato da violenza e criminalità. Tuttavia, nonostante le implicazioni negative, il nostro cuore ancora un po’ bambino conserva un po’ di quella meraviglia infantile legata alla tanto agognata e ricercata libertà che solo il mare è capace di rappresentare.

Per questo sono moltissime le storie che richiamano il tema dei pirati, passando dal mondo letterario con L’Isola del Tesoro (R. L. Stevenson) e Il Corsaro Nero (Emilio Salgari), per poi allungarsi nel mondo cinematografico e di animazione, tra la Disney e DreamWorks con capolavori come Il Pianeta del Tesoro, Pirati dei Caraibi o Sinbad – La leggenda dei Sette Mari. Si parla di capisaldi della nostra infanzia e del nostro passato, che fa riferimento a un periodo spesso sfumato nella leggenda, e che ha raggiunto il suo culmine tra il 1680 e il 1720 con l’epoca d’oro della pirateria, la stessa che viene citata anche in One Piece, nonostante si tratti di due ere molto differenti, per ovvi motivi.

Questo tema ha creato delle vere e proprie connessioni tra cinema, serie tv e videogiochi, con tematiche che spesso si richiamano tra loro, e sebbene l’amore nei confronti dei pirati è insito in ogni epoca e in ogni uomo, dall’inizio degli anni duemila ha creato un vero e proprio percorso transmediale che sembra essere ormai verso un declino. Senza una data di inizio definita, possiamo tracciare le linee temporali basandoci sui principali prodotti che trattano dell’epoca dei pirati. Nel cinema, un punto di partenza fondamentale è rappresentato dalla saga di Pirati dei Caraibi.

Il Cinema: Da Pirati dei Caraibi a Master and Commander

La saga di Pirati dei Caraibi inizia nel 2003, con il primo capitolo La maledizione della prima luna, che vede il carismatico Capitan Jack Sparrow e le sue straordinarie gesta nei Caraibi, insieme a Elizabeth Swann e William Turner. Questi film hanno incantato il pubblico di tutto il mondo, trasportando il fascino dei pirati su uno schermo mai così vivido e coinvolgente. Sarà stato il fascino del protagonista, nella celebre interpretazione di Johnny Depp, oppure le avventure per mare che hanno destato il desiderio di avventura insito nei cuori dei fan, ma la saga è stata un pilastro del genere, creando un vero e proprio cult.

Sempre nel 2003 è uscito Master and Commander – Sfida ai confini del mare, con Russel Crowe, che offre una visione più realistica e storica del mondo marinaresco. Non si parla veramente di pirati in questo film, tuttavia, esplora a livello storica la vita dei marinai durante l’epoca delle grandi esplorazioni e delle battaglia navali, offrendo un quadro autentico e dettagliato sulla vita a bordo di una nave nell’era delle scoperte oceaniche.

Proseguendo nel tempo, abbiamo avuto modo di scoprire alcuni classici Disney e DreamWorks che grazie all’animazione hanno raccontato storie di pirati e predoni dei sette mari, attingendo sempre a quella conoscenza letteraria e storica che ci rappresenta, fino ad arrivare a un altro esempio significativo in cui si ha avuto modo di esplorare il tema. Si tratta della serie tv Black Sails, forse l’unica serie capace di offrire una visione realistica del mondo dei pirati, riuscendo a riportare e rielaborare in chiave verosimile anche alcune storie e leggende di personaggi veramente vissuti durante l’epoca d’oro. Le quattro stagioni, pubblicate dal 2014 al 2017, hanno vissuto nel pieno di questa “moda” generata dal tema dei pirati e della pirateria, fino a concludersi nello stesso anno in cui è stato pubblicato Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar, ultimo di cinque film che hanno composto la saga di Jack Sparrow.

Nonostante l’affetto verso questa saga, sicuramente dal primo all’ultimo film, così come nell’avanzare delle stagioni in Black Sails, l’attenzione dei fan è sempre più scemata, apprezzando sempre di meno la tematica, la quale, se abusata, rischia di diventare monotona e noiosa. Infatti, si parla ancora di un sesto capitolo di Pirati dei Caraibi, ma per quanto sembra esserci l’intenzione, si tratta ancora di una diceria, e forse il sesto film rimarrà nelle nebbie proprio come gli ultimi due libri di George R. R. Martin. Stoccate letterarie a parte: è interessante notare come questo percorso coincida con l’evoluzione del genere di questo decennio, che è nato nel cinema intorno al 2003, e che si è voluto, crescendo, fino però a raggiungere quasi una staticità. Forse questo interesse sarebbe morto prima se a intervenire non fosse stato il mondo dei videogiochi.

Da Black Flag a Uncharted: i pirati nei videogiochi

Partiamo dal presente: il 13 febbraio è uscito Skull and Bones, gioco di avventura e azione prodotto da Ubisoft e incentrato proprio sul mondo dei pirati. Prima della sua uscita, questo titolo aveva richiamato le attenzioni degli appassionati del genere, i quali hanno atteso per mesi l’uscita di un capitolo che, sfortunatamente, non ha realizzato le aspettative a riguardo. Infatti, nonostante ci stiamo muovendo verso un nuovo linguaggio di intrattenimento, rimangono immortali titoli classici come Sid Meier’s Pirates! o Monkey Island i quali indubbiamente hanno ispirato il futuro del tema all’interno del mondo dei videogiochi, arrivando fino al 2012, con Assassin’s Creed IV: Black Flag.

Il gioco trasporta i giocatori nell’età d’oro della pirateria nei Caraibi, nei panni di Edward Kenway, raccontando all’interno di questo capitolo le storie di pirati leggendari, come Mary Read, Anne Bonny, Barbanera e molti altri ancora. Al tempo della sua uscita, questo capitolo non ebbe molto successo, ma dopo l’uscita di Black Sails, e in tempi molto più recenti, i fan sono tornati a guardare al passato, riscoprendo un gioco che ha aizzato la moda della pirateria. A contribuire a tutto questo sono stati sicuramente altri due giochi: il primo è Uncharted, la cui saga si è sviluppata intorno al tema dei pirati, sia per l’origine di Nathan Drake, il protagonista discendente (?) di Sir Francis Drake, sia dalla trama dell’ultimo gioco, che ha portato a riscoprire l’eredità di Libertalia e di Henry Avery.

Il secondo gioco di cui si parlava, invece, è Sea of Thieves, che per mesi ha invaso il web con lunghi gameplay riguardanti questo gioco cooperativo ambientato in un vasto mondo marino, il cui scopo è navigare, affrontare altre ciurme e cercare tesori nascosti. Quindi, sebbene il cinema abbia ceduto verso il 2017, in quell’anno il mondo videoludico ha preso in mano il testimone, andando avanti finché tra 2021 e il 2023 il mondo digitale ha permesso a questa moda di raggiungere l’apice, dopo il Wellerman, e dopo l’annuncio di Skull and Bones, con il quale torniamo ancora una volta al presente.

Skull and Bones e il declino del genere piratesco

Forse, se fosse uscito un anno prima, Skull and Bones non sarebbe stato così aspramente criticato; tuttavia, complice il tempo, o complice l’aspettativa troppo alta, questo nuovo gioco non ha mantenuto le promesse e tradito le premesse. Pubblicato verso il declino di questa nuova moda, che probabilmente rimarrà sopita per poi riemergere tra qualche anno, o forse addirittura mese, per via di qualche nuovo trend social, Skull and Bones purtroppo si trascina verso un pubblico annoiato e stanco delle solite tematiche.

Perciò, nonostante ci fossero i presupposti per creare un nuovo gioco con cui ravvivare l’interesse per il mondo piratesco, ahimè la nostra epoca d’oro sembra ormai giungere al termine, esattamente come i pirati di Calico Jack, Anne Bonny e Mary Read, ultimi frammenti di un mondo che era ormai in declino, e di un’epoca che visse giusto il tempo di entrare a far parte delle leggende. Nonostante le sfide e i cambiamenti del tempo, il fascino dei pirati rimane intatto, continuando a ispirare e intrattenere le generazioni presenti e future. Che sia sul grande schermo, sul piccolo schermo o nei mondi virtuali dei videogiochi, la leggenda dei pirati continua a navigare attraverso il tempo, issando la bandiera nera dell’avventura e della libertà.