shadow of the erdtree

Errore 404 – V mensile: Videogiochi e merendine


Bentrovati nel 2025, lโ€™anno che potrebbe passare alla storia come il peggiore di sempre per lโ€™industria dei videogiochi. Suona drammatico? Forse. Suona anche familiare? Assolutamente sรฌ. Ogni gennaio si ripete il solito copione: lโ€™anno piรน brutto, il mercato piรน in crisi, lโ€™arte piรน morta di sempre. Ma questa voltaโ€ฆ eh, questa volta potrebbe essere vero. E non perchรฉ ci divertiamo a lanciare boiate apocalittiche per attirare clic (o forse sรฌ?), ma perchรฉ il panorama รจ oggettivamente desolante: licenziamenti a raffica, polemiche infinite su dettagli insignificanti, e il videogioco che, poveretto, sembra essere la vera vittima di tutto questo caos. Un tempo (e sono vecchio, sรฌ), il videogioco era un faro creativo, un medium rivolto a una nicchia che sapeva cosa voleva, i designer erano divinitร  babilonesi (non si sapeva chi fossero, dove stessero e da quali pezzi di animali fossero composti).

E quella nicchia era fatta da noi, figli degli anni โ€™70 e โ€™80, cresciuti a pane, joystick e puntate di A-Team quando la mattina eri a letto ammalato. Ora perรฒ siamo adulti, con un potere economico solido e la capacitร  di spendere per hobby di qualitร . Il problema? Il mercato sembra aver dimenticato da dove tutto รจ iniziato. Viviamo in unโ€™epoca dove tutto si puรฒ trovare con un clic. Vuoi sapere chi รจ Walt Whitman? Apri Wikipedia, leggi tre righe e via, sei un esperto. Ma progettare un videogioco non funziona cosรฌ. Non basta un rapido โ€œtrova e cliccaโ€ per creare qualcosa di significativo. Eppure, nel 2025 sembra che ci si stia provando: la โ€œscienza delle merendineโ€ (โ€œsociologia applicataโ€ per chi non mastica lo slang universitario anni โ€™90) ha invaso da un bel poโ€™ di tempo il mondo dei videogiochi, ma da buon verme sta guastando la mela solo dopo essersela mangiata tutta. Come si applica al nostro comparto la scienza delle merendine, vi chiederete? รˆ quando il prodotto diventa un pretesto per fare marketing, vendite e trasformare le software house in posti da riempire con i contributi dello stato (ogni riferimento agli USA o a CD Projekt รจ puramente voluto), relegando la creativitร  e la tecnica a un ruolo marginale. Designer, sceneggiatori e artisti sembrano sempre piรน rimpiazzati da esperti di comunicazione, intenti a creare hype piรน che esperienze di gioco memorabili. Insomma, il videogioco non รจ piรน unโ€™opera dโ€™arte, ma un contenitore carino pieno di pubblicitร . E qui arriva il vero problema: la creativitร  si sta riducendo ai minimi termini.

Certo, abbiamo Internet, intelligenza artificiale e strumenti che promettono di risolvere ogni problema in un nanosecondo (nanonano), maโ€ฆ spoiler: non funziona cosรฌ. Le nuove idee non le trovi su Google. E no, nemmeno ChatGPT vi progetterร  il prossimo Elden Ring. Per ora, lโ€™intuizione umana รจ ancora necessaria, anche se sembra che il settore stia facendo di tutto per dimenticarlo. Cosa ci aspetta, allora? Forse un lento declino, forse un ruggito di rinascita (ahahahโ€ฆ non so come mi รจ venuta questa, ma ci ho riso mezzโ€™ora e ce la lascio). Oppure continueremo a lamentarci, anno dopo anno, che โ€œquesto sarร  sicuramente lโ€™anno piรน brutto di sempreโ€. Ma finchรฉ i videogiochi non si ridurranno a un mix di loot box, NFT e pubblicitร  subliminali (lโ€™indie รจ morto e se non siete dโ€™accordo dimostratemi il contrario), possiamo ancora sperare. Magari, proprio mentre ci lamentiamo, il prossimo capolavoro รจ giร  in cantiere. Perรฒ, ehi, teniamo il dramma vivo: male che vada, abbiamo sempre i memeโ€ฆ e Ubisoft in vendita.

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