La serie dei Tales of, ormai presente ogni anno anche nel mercato occidentale, come ben sappiamo, ha uno stampo strettamente nipponico. Quasi tutti i titoli hanno una propria ed esclusiva ambientazione e, molto spesso, nella storia è presente una sorta di dualismo tra popolazioni diverse. Questo clima di tensione porta inevitabilmente a conflitti che influenzano fortemente la vita sia dei protagonisti che degli antagonisti. Le differenze delle etnie, talvolta, possono essere legate da una linea di pensiero o addirittura dalla razza. Circa un anno fa è uscito Tales of Zestiria che, in tutta onestà, più che un rinnovamento dell’opera è sembrato un passo indietro. Adesso la casa di sviluppo ci sta riprovando, rilasciando Tales of Berseria che, a tutti gli effetti, tenta di riportare in auge l’intera produzione, proponendo una story line fuori dai canoni tradizionali.
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La saga dei Tales of, come d’altro canto ogni JRPG, racconta di tematiche inerenti all’amicizia e all’amore, argomenti di cui i giocatori hanno sentito parlare in abbondanza. Tales of Berseria, per la prima volta, si eleva da questi canoni convenzionali, con contenuti più maturi e profondi. Vestirete i panni di una giovane e aggressiva antieroina, con un passato tormentato ed un coraggio grande abbastanza da voler liberare il mondo da una società che sacrifica il singolo individuo per un bene comune più grande. Il videogame è inserito nello stesso mondo di Tales of Zesteria ma ambientato migliaia di anni prima. Contrariamente a quanto si possa pensare, non aver giocato il capitolo precedente non avrà ripercussioni, vi perderete giusto qualche citazione simpatica ma di poco conto.
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Questo personaggio è stato rinchiuso per anni all’interno di una cella magica.
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Come accennato prima, la protagonista della vicenda porta il nome di Valvet Crowe. Contrariamente a quanto si possa pensare, questa giovane ragazza non ha una personalità piatta e passiva, ma è dotata di uno spirito combattivo portato avanti da un’indescrivibile sete di vendetta. La feroce fanciulla è una donna privata prima del fratello, ucciso dall’esorcista e cognato Artorius, e poi della sua libertà; una diciannovenne a cui il cognato ha sacrificato il familiare più caro per salvare il mondo nell’avvento denominato Notte Scarlatta, in cui la giovane si è trasformata in un Theiron, un mezzo demone che si nutre di spiriti malefici per sopravvivere. Proprio a causa di tale cambiamento, questo personaggio è stato rinchiuso per anni all’interno di una cella magica, obbligata a combattere e nutrirsi di mostruose creature per poter sopravvivere.
Durante tutto questo tempo la personalità di Valvet è profondamente cambiata, trasformandola in una guerriera assetata di sangue e di vendetta. Grazie ad una serie di eventi riuscirà a fuggire dalla sua prigione, ma è soprattutto merito del rancore che prova nei confronti di Artorius, diventato capo dell’organizzazione ecclesiastica e considerato da tutti il Redentore, che le consentirà di arrivare davanti ad esso, trascinandosi appresso una serie di tragici avvenimenti che l’accompagneranno per tutta l’avventura. Il mondo di gioco è afflitto da una piaga chiamata Demonite, un morbo che trasforma senza preavviso gli uomini in demoni. Come accennato in precedenza solo gli esorcisti sono in grado di contrastare queste oscure creature e, mentre il cattivo principale ha dalla sua parte un esercito ben addestrato e numeroso, la giovane ragazza dovrà farsi forza con un gruppo di reietti che la seguiranno in questa vicenda: cinque personaggi caratterizzati decisamente bene, non assolutamente di contorno e con peculiarità davvero di spicco. Anche se per motivi diversi, questa unione regge perfettamente per merito degli obiettivi comuni: liberare il mondo da questa folle società religiosa.
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Nonostante si tratti di un’avventura guidata da un corridoio narrativo, Tales of Berseria lascia parecchia personalizzazione al giocatore.
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L’opera multimediale introduce le sue meccaniche in maniera progressiva, anche dopo aver superato abbondanti ore di gioco. Questo sistema di far assimilare gradualmente all’utente il modo corretto con cui giocare, personalmente l’ho parecchio apprezzato poiché, per una volta, non sono stato bombardato dalle solite numerose informazioni che, via via, avrei potuto dimenticare nel corso della partita. Nonostante si tratti di un’avventura guidata da un corridoio narrativo, Tales of Berseria lascia parecchia personalizzazione al giocatore, a partire dai vestiti dei personaggi, fino ad arrivare all’equipaggiamento ed alle combo di attacco. Quest’ultime potranno essere assegnate ad ognuno dei quattro tasti principali del pad. Ogni attacco ha delle caratteristiche precise, come la possibilità di infliggere stati alterati o sferrare colpi elementali al nemico in base alla sua tipologia.
Dal momento che ne stiamo parlando, è tempo di approfondire il sistema di combattimento. Quest’ultimo è in grado di regalare parecchie soddisfazioni poiché, chiunque si sarà preparato in maniera maniacale le combo, come accade al sottoscritto, darà vita a delle scene di lotta davvero spettacolari. Contrariamente, chi non volesse perdere tempo a pianificare una strategia, potrà comunque affrontare gli scontri per dedicarsi alla storia, anche se alcuni potrebbero risultare leggermente più ostici. Poiché numerosi sono i nemici presenti nella battaglie, gli sviluppatori hanno dato ai giocatori la possibilità di innescare, in maniera quasi illimitata, una specie di turbo che attiva il braccio demoniaco di Valvet. Questo vi consentirà di far partire una sequenza di colpi veramente devastante che si adatta automaticamente a qualunque tipo di nemico.
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Da non sottovalutare è l’importanza di fare delle combo molto lunghe.
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Il combact system è fortemente influenzato dalla barra delle anime: all’inizio di uno scontro, ogni personaggio disporrà di un massimo di tre anime, il limite iniziale è comunque aumentabile attraverso una serie di azioni, come infliggere colpi critici o alterazioni di stato, oppure eliminando un certo numero di creature, e così via. Da non sottovalutare è l’importanza di fare delle combo molto lunghe, così da poter attivare un moltiplicatore di danno. Sostanzialmente il sistema di combattimento è talmente districato che, una volta potenziati a dovere i vari eroi, sarà possibile andare avanti unicamente premendo tasti a caso, o addirittura attivando una funzione che delega le lotte all’intelligenza artificiale. Gli scontri sono in perfetto stile della saga, con mosse rapide e molto sceniche che avvengono in tempo reale in un perimetro ben delineato. Potrete entrare nella fase di battaglia quando andrete in contatto con uno dei mostri ben visibili nella mappa di gioco.
All’interno degli scontri potrete controllare quattro dei sei personaggi disponibili: come di norma avrete anche la possibilità di switchare in ogni momento i membri del party, con gli altri due lasciati “in panchina”. Questo vi permetterà non solo di poter cambiare gli eroi feriti, ma, a seconda dell’occasione, modificare la strategia di battaglia. Ogni carattere avrà a disposizione un gran numero di tecniche, scatenando quindi un’ampia varietà di combo possibili. Oltre alla barra dell’Anima, sarà a disposizione anche la barra dell’Esplosione: questa vi consentirà una mossa speciale davvero devastante.
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Ogni volta che salirete di livello le statistiche aumenteranno.
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Ultima parentesi che si accosta al sistema di combattimento riguarda la crescita dei personaggi: ogni volta che salirete di livello le statistiche aumenteranno, ma questo non riguarda unicamente le caratteristiche. Infatti, incrementando i vostri parametri tramite le abilità nascoste del vostro equipaggiamento, potrete aumentare la competenza nel maneggiare l’arma, una volta raggiunto il massimo potenziale entrerete in possesso di bonus che andranno ad aumentare l’attacco, la difesa e tanto altro.
Dal punto di vita grafico c’è stato un netto miglioramento rispetto a Tales of Zestiria, ma è innegabile che ci sia ancora del lavoro da fare. Sebbene nel nostro Paese sia stato proposto unicamente su PlayStation 4 e PC, il titolo è sostanzialmente un cross gen di un titolo sviluppato inizialmente su PlayStation 3. Per quanto i protagonisti principali sono stati ben caratterizzati, non si può dire lo stesso per ciò riguarda i personaggi secondari. Ugualmente dal punto di vista degli scenari il titolo non brilla per originalità. Anche se le location sono in armonia con la saga, questo si sta trasformando in un limite poiché, alla lunga, cominciano a stancare: a mio avviso sarebbe ora di rinnovare leggermente il brand proponendo all’utente altre atmosfere.
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Nonostante l’avventura sia circondata da suoni molto di compagnia, nessuno di questi splende per unicità.
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Purtroppo è andato storto qualcosa anche per le musiche, nonostante l’avventura sia circondata da suoni molto di compagnia, nessuno di questi splendono per unicità. In alcuni non noterete nemmeno la differenza poiché sembrerà il proseguimento della medesima traccia. Nonostante questo c’è da segnale comunque il brano di spicco presente in alcune situazioni particolari o boss battle importati. Per concludere vi diciamo che, malgrado qualche raro calo nelle situazioni più caotiche, il framerate a 60fps è sembrato reggere bene, quindi i combattimenti alla fine saranno abbastanza fluidi.
Quello che pensiamo di Tales of Berseria è, molto probabilmente, la voce della maggior parte degli appassionati. Il titolo resta un prodotto molto valido ma che, inevitabilmente, avrebbe bisogno di una rinfrescata dal punto di vista tecnico. I temi proposti dal comparto narrativo si discostano dalle usanze, proponendo una storia di vendetta e violenza, ma migliorare la storia di anno in anno non deve essere l’unico obiettivo della società. Per quanto il gameplay risulti davvero divertente e variegato, si ha la sensazione che ancora non si è raggiunto il potenziale massimo del gioco. Speriamo che la saga possa fare il definitivo salto di qualità per aprirsi ufficialmente al grande pubblico, dimostrando così di non essere un videogame considerato solamente di nicchia.