Mutante. Questa la parola che oggi usiamo per definire gli umanoidi con poteri speciali. Non è una novità quella degli uomini potenziati o dei superpoteri, basti pensare al passato e alle storie di semidei ed eroi di ogni tipo. Perfino l’idea stessa delle divinità del passato si basava su figure di uomini con poteri speciali, con una sola differenza: l’immortalità. Il nome è cambiato ma il concetto è rimasto lo stesso. Si può vivere molto a lungo, si può essere molto potenti, ma vecchiaia e morte prima o poi arrivano per tutti, perfino per Wolverine: L’immortale. Ottenere l’immortalità non è necessariamente un bene. Forse siamo troppo limitati per rendercene razionalmente conto ma una vita eterna potrebbe essere davvero troppo da gestire per noi. Come forse è troppo da gestire per Logan. Tutti le persone che ha amato sono morte ed il mondo che aveva imparato a conoscere è morto insieme a loro. Chi potrebbe sopportare un dolore simile senza diventare appena un po’ cinico?

https://youtu.be/X0ENzDXOMsQ

Il mondo degli X-Men è cambiato. Il futuro ha messo in discussione quasi tutto. Giganteschi robot raccolgono il grano in campi sconfinati, camion automatici percorrono le autostrade senza alcun autista e vengono utilizzati per far sparire le persone scomode, e i nostri amati mutanti hanno smesso di venire al mondo. Misteriosamente, senza alcuna spiegazione, per decine di anni nessun altro mutante ha visto la luce. Quelli rimasti sono braccati e perseguitati da individui sinistri che vogliono ottenere il loro DNA o utilizzarli ancora una volta come armi. E’ qui che troviamo Logan: invecchiato, arrabbiato e tragicamente depresso. Che se ne va in giro con una pallottola di adamantio in tasca, meditando di farla finita appena possibile. Insieme a lui ovviamente c’è il professor Xavier. Un professor Xavier come non lo avevamo mai visto. Lui che aveva gestito la scuola per ragazzi speciali, che era stato il saggio mentore di diverse generazioni di mutanti e che per anni ed anni aveva combattuto per i loro diritti ed il loro futuro è ora ridotto ad un vecchio con la mente offuscata, incapace di camminare e di pensare. E’ Logan a prendersi cura di lui, come un figlio si occupa del padre anziano. Costantemente preoccupato che lui prenda i suoi farmaci e determinato ad evitare che il cervello più potente del mondo sia sconvolto da una delle sue catastrofiche “crisi”. Non solo il mondo intorno a Wolverine è cambiato, ma anche lui non è più lo stesso: i suoi poteri lo stanno abbandonando. Questo il punto centrale della trama, Logan non è più giovane, i suoi capelli si tingono di bianco, la sua vista lo abbandona e le sue ferite non si rimarginano più come un tempo.

Non valgono più a nulla i farneticamenti del professor Xavier, i mutanti non fanno parte di un piano divino e sembrano invece essere un errore divino. Non sono nemmeno il passo successivo nella catena evolutiva. Sono stati solo un momento di passaggio ed un pericolo per il genere umano. O così sembra. Infatti la realtà è ben lontana da quello che Logan crede di sapere, rintanato in una fattoria abbandonata mentre guadagna qualche spicciolo scarrozzando la gente in limousine per potersi comprare uno Yacht dove andare a vivere con il suo vetusto compagno. Il declino finale della sua esistenza verrà però interrotto da un evento particolare. Riceverà una chiamata speciale da una donna di nome Gabriela e si ritroverà per le mani una nuova avventura che non potrà, in tutto il suo cinismo, rifiutare. La donna gli affiderà una bambina di nome Lora e gli chiederà di portarla al sicuro in una località oltre il confine canadese. Non si tratta ovviamente di una bambina qualunque, ma di una mutante, con gli stessi poteri rigenerativi di Logan e simili impianti in adamantio. Senza nemmeno il tempo di rendersi conto dei poteri della piccola, la baracca di Logan verrà attaccata e l’eroe si troverà immediatamente con le spalle al muro, incapace di fronteggiare tanta potenza di fuoco con i suoi così limitati poteri guaritivi. Sarà Lora a sbarazzarsi della maggior parte dei nemici, rivelando la sua natura e permettendo al gruppo di scappare. Da questo momento in poi saranno braccati, seguiti passo dopo passo dagli uomini che perseguitano la bambina, intenzionati ad ucciderla. Chi è questa bambina misteriosa? perché è così simile a Logan? Come mai è braccata dai tanti uomini? Sono tutte domande alle quali James Mangold ha intenzione di rispondere a tempo debito.

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Nulla a che fare con i Cine-Comic a cui siamo abituati.

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Ci era stato detto che l’ultima apparizione di Hugh Jackman come Wolverine sarebbe stata un film pieno di violenza. Ci era anche stato detto che il regista aveva voluto creare un clima cupo ed adulto, ma bisogna davvero vederlo con i propri occhi per capire quanto questo sia vero. Il film non ha quasi nulla a che fare con i Cine-Comic a cui siamo abituati. Non è allegro, non è pieno di stupide battute che spezzano il dramma e non si risparmia a versare il sangue dell’eroe. I cattivi sono più forti, più organizzati e più che pronti ad uccidere chiunque gli si pari davanti, mentre i buoni possono solo correre e nascondersi. Piccole prede spaurite che scappano da un predatore grosso e cattivo: questa è l’atmosfera del film, con poche eccezioni. Xavier è potenzialmente una violentissima macchina di morte grazie alla potenza delle sue crisi ma utilizzarle ucciderebbe indiscriminatamente buoni e cattivi. C’è di più, nessuno correrà in aiuto dei protagonisti. Nessun Jet Supersonico segreto, nessun Magneto Ex Machina e nessun vecchio amico da contattare. Soltanto un vecchio, un alcolizzato ed una bambina, sulla strada per il Canada con mezzo esercito alle calcagna e un tracker in grado di individuare la loro posizione. Come fan della saga mi ritengo abbastanza soddisfatto da questo film e la cosa che più mi dispiace è che Mangold sia subentrato così tardi nella gestione del franchise.

Detto questo, bisogna aggiungere che il film ha dei difetti anche abbastanza evidenti sia a livello di sceneggiatura sia a livello di regia vera e propria. Sono veramente poche le inquadrature e le scene dalle quali si rimane davvero colpiti e la maggior parte di queste appaiono durante il trailer. Trailer che tra l’altro, vi sconsiglio di guardare, perché presenta tanti di quegli spoiler da rovinare la visione a chi ha un occhio attento. La sceneggiatura invece è abbastanza compatta, anche se già dopo la prima visione saltano all’occhio diverse incoerenze sia con i film del passato che interne alla pellicola stessa, le quali tuttavia non disturbano troppo l’esperienza. Due o tre cose sono comunque davvero imperdonabili: vedremo, ad esempio, un momento nel quale il trio di fuggitivi incappa in un trasporto cavalli uscito fuori di strada, ed il professor Xavier utilizza i suoi deboli poteri per radunare segretamente i cavalli ed aiutare gli sconosciuti mentre Logan li sostiene nello spingere la macchina in carreggiata. Il seguente invito a cena e le scene successive, sono di una banalità assoluta, così come anche tutto il susseguirsi degli eventi è prevedibile e noioso. E’ come se ogni due minuti il regista ci urlasse in faccia: “Hey! Sta per succedere questo!”. Assolutamente fastidioso. Si aggiunga a questo il fatto che il finale del film era ovvio già da prima di entrare in sala e si avrà un quadro completo di quanto questa storia si poco sorprendente. Wolverine ha fatto la sua comparsa su schermo mentre sulla sua casa-camion portava in giro la piccola Rogue nel primo film degli X-Men, mentre oggi porta in giro la piccola Lora. E’ la chiusura del suo cerchio come personaggio ed un omaggio alla sua stessa storia. Una parola va dedicata anche alla colonna sonora, capace di coinvolgere e di buon gusto.

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Stiamo parlando della sua fine, del nostro ultimo addio e penso che un personaggio longevo, amato e conosciuto come Logan meritasse qualcosina in più come saluto finale.

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Come ho già detto, Logan è un film soddisfacente, capace di tenerti incollato allo schermo anche se sai benissimo quello che succederà. La banalità pervade però l’intera pellicola e le idee davvero originali sono poche o addirittura assenti. In definitiva la realizzazione di questo addio a Hugh Jackman è ben fatta, e l’impegno di chi ci ha lavorato si sente e si vede: questo fa si che la tensione rimanga alta e, nonostante l’assoluta certezza degli eventi che stanno per apparire su schermo, la speranza di sbagliarsi mantiene lo spettatore attivo. Sicuramente un bel film su Wolverine su questo non c’è nessuna obiezione, ma ciò non è abbastanza. Non si tratta solo di un lungometraggio qualunque sul più maschio tra gli X-Men. Stiamo parlando della sua fine, del nostro ultimo addio, e penso che un personaggio longevo, amato e conosciuto come Logan meritasse qualcosina in più come saluto finale. Meritava un po’ di fuochi d’artificio per dirgli addio, magari una torta a tre piani e un applauso generale sarebbero stati d’obbligo. Invece lo abbiamo salutato così. Con la torta precotta cameo mangiata nei piattini di plastica, candeline riciclate dallo scorso compleanno e un pacchetto di mini-ciccioli. Mi aspettavo di più da questo film. Molto molto di più.