Shuhei Yoshida vuole gli indie per Project Morpheus

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Cruciale nel definire Oculus Rift, è stato anche l’apporto degli sviluppatori indie, che hanno letteralmente invaso la piattaforma con ogni tipo di sperimentazione. Verrebbe da pensare che, nel caso di Project Morpheus, il nuovo visore per la realtà virtuale di Sony, la compagnia abbia intenzione di lavorare a stretto contatto con gli sviluppatori tripla AAA. In realtà, Shuhei Yoshida, capo di Sony Worldwide Studios, ha imparato una lezione da Palmer Luckey, il creatore di Oculus Rift, e crede che sia importantissimo lavorare invece con gli indipendenti. Lo rivela in una recente intervista al magazine online di videogiochi Polygon.

“Sono molto entusiasta all’idea di lavorare con gli sviluppatori indipendenti, perché abbiamo comunicato con i publisher delle terze parti e, solitamente, quando parli con quegli sviluppatori sono sempre molto entusiasti, ma poi dicono ‘Oh be’, devo avere l’approvazione dalla parte business.’ Ed è molto difficile per le grandi compagnie approvare qualcosa per il quale nessuno sa se c’è un mercato. Ma gli indie invece hanno un approccio diverso, del tipo ‘Mi piace, lo faccio.’ Ed è per questo che nel marketplace della periferica stanno arrivando tanti giochi indie”.

Yoshida ha anche fornito dei consigli per quanto riguarda la creazione di esperienze VR e sulla pipeline di lavorazione degli sviluppatori indie. “Sto incoraggiando gli studi a provare qualcosa di nuovo. Non deve essere il gioco che stanno creando, o l’IP, o qualunque cosa. Se conviene riprendere degli asset che stanno creando, come un gioco di guida o uno sparatutto o qualunque cosa, va bene, ma non si può davvero adattare un gioco a Project Morpheus. Deve essere ideato da zero in termini di esperienza di gameplay. E se poi volessero fare qualcosa di completamente diverso, va bene. Gradioso. E’ questo che ho detto alla community”.

Yoshida conclude lasciando dei dettagli sull’esperienza che sogna di vedere su Project Morpheus. “Sapete, un’applicazione che vorrei davvero vedere per i miei figli è qualcosa come visitare un museo o dare da mangiare ai dinosauri. Qualcosa del genere sarebbe davvero costoso da provare, ma sarebbe facile con Morpheus. Ma dobbiamo conoscere l’impatto, o l’età minima oltre la quale possiamo dire che sia sicuro provarlo, o fissare un tempo di gioco limitato o qualcosa del genere. Ma, per quanto riguarda gli anziani, sono un grande fan del video YouTube di una signora di 90 anni che prova Oculus. Posso immaginare bene che, quando sarò vecchio, non vorrò fare un viaggio in altre parti del mondo, ma vorrei davvero visitare quei posti di cui ho un ricordo grandioso. Sarà davvero fantastico per gli anziani, dare loro la possibilità di andare oltre, superare i limiti fisici e andare dove vogliono.”