Connie Booth

Connie Booth: l’ex dirigente e figura chiave PlayStation si unisce ad Electronic Arts

La ex responsabile della produzione interna di PlayStation, Connie Booth, è entrata a far parte di Electronic Arts.

La producer, che è stata una delle figure chiave dietro la strategia first-party di Sony Interactive Entertainment prima della sua uscita lo scorso anno, si unisce a EA per aiutare a guidare i suoi studi, come riporta IGN.

Nel suo nuovo ruolo di Group General Manager, action RPG, supervisionerà il remake di Dead Space e lo studio di Iron Man EA Motive, lo sviluppatore di Black Panther Cliffhanger Games e la casa di Dragon Age e Mass Effect BioWare.

Booth riporterà al capo di EA Entertainment Laura Miele, che ha dichiarato:

“Connie ha trascorso più di 30 anni aiutando a costruire gli studi interni di Sony Interactive Entertainment ed è responsabile nell’aver guidato lo sviluppo di alcuni dei loro più grandi franchise, tra cui Marvel’s Spider-Man 1 & 2, The Last of Us, Ghost of Tsushima, Uncharted, Ratchet and Clank, solo per citarne alcuni”.

Connie è nota per aver creato un’incredibile cultura “developer-first” e per aver sostenuto la visione creativa guidando l’innovazione. Conosco Connie da molti anni e sono sempre stato colpito dal suo amore e dal suo impegno per i giochi.

Si preoccupa soprattutto degli sviluppatori di videogiochi. Ha una reputazione impeccabile all’interno della comunità degli sviluppatori e avrà senza dubbio un impatto positivo sui nostri giochi”.

Connie Booth ha trascorso oltre 26 anni in PlayStation, dove ha partecipato alla produzione di oltre 100 giochi, a partire dal primo Crash Bandicoot, di cui è stata senior producer. Nel corso degli anni ha partecipato alla produzione di serie come Spyro the Dragon, Syphon Filter, SOCOM, Jak and Daxter, inFamous, Resistance, Sly Cooper e Death Stranding.

Non è chiaro perché Booth abbia lasciato Sony, che aveva confermato la sua uscita lo scorso ottobre. La sua nomina arriva nel contesto di una più ampia ristrutturazione di EA, che il mese scorso ha annunciato l’intenzione di licenziare circa il 5% della sua forza lavoro globale.

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