Josef Fares

Josef Fares e il futuro dell’IA nei titoli videoludici

L’intelligenza artificiale, soprattutto quella generativa, sta inserendosi sempre di più in ogni settore, incluso quello dell’intrattenimento come video, illustrazioni e testi. Era quindi solo questione di tempo prima che venisse utilizzata anche nell’ambiente videoludico. Vista la natura di questo settore, le potenzialità vanno ben oltre il semplice intrattenimento, aprendo nuove frontiere per l’interazione. Ma, come ogni nuovo e potente strumento tecnologico, potrebbe avere vantaggi e svantaggi a seconda di come verrà gestita. In particolare il poliedrico Josef Fares, regista, sceneggiatore e fondatore di Hazelight, ha di recente dichiarato che gli sviluppatori videoludici dovrebbero sfruttare anche in questo settore le potenzialità dell’intelligenza artificiale, invece di temerla. Fares, che pure definisce l’IA “spaventosa e molto eccitante” al tempo stesso, sottolinea come questa tecnologia, coinvolta ormai in molti campi della società, è inevitabile che venga implementata nei titoli videoludici, e potrebbe avere un impatto più rivoluzionario di quello avuto all’epoca da internet.


Il futuro dell’IA videoludica

Le dichiarazioni di Fares vanno inserite in uno scenario ben più profondo e complesso, dalle potenzialità quasi infinite. Gli sviluppatori hanno spesso sfruttato le nuove tecnologie per migliorare le esperienze videoludiche: sensori di movimento, internet, realtà virtuale e riconoscimento vocale, incluso qualche limitato esperimento di IA. Basti ricordare la replicante Chloe, che nella schermata iniziale di Detroit: Become Human commentava le azioni e la presenza sui social del giocatore. L’inserimento di questa tecnologia nei titoli video ludici potrebbe, inoltre, rivelarsi un prezioso strumento per la ricerca neuro scientifica, migliorando quei prodotti che già vengono utilizzati per l’educazione e il recupero delle facoltà mentali o per rallentare l’alzheimer. Attraverso l’interazione tra il paziente e i personaggi e gli ambienti virtuali, i ricercatori potrebbero studiare nuovi aspetti del cervello umano, e delle malattie correlate, in modo non invasivo…
Tornando al solo settore videoludico, anche qui l’evoluzione potrebbe essere importante, magari correggendo in breve tempo eventuali bug e migliorando le reazioni dei png, che reagirebbero così in modo più realistico (e imprevedibile) al comportamento e alle risposte del giocatore. Senza dover seguire codici reimpostati che, seppur ormai complessi, sono ormai arrivati al limite. Gli stessi png potranno anche evolversi e comportarsi in modo autonomo, anche generando dialoghi sempre nuovi. Senza contare le relazioni virtuali, incluse le romance, che diventeranno molto più realistiche. Il problema, come è accaduto in certi casi come il diffondersi dei social, sarà fare in modo che non se ne abusi e non diventi causa di isolamento da relazioni reali. Sarà anche possibile generare ambienti sempre nuovi che si adattino allo stile del giocatore, migliorando in modo esponenziale quanto già avviene in alcuni titoli dotati di scenari procedurali, che però partono anch’essi da codici preimpostati. È proprio a questo specifico campo che si sta dedicando un’altra, famosa azienda.

Microsoft e la creazione di mondi realistici

L’azienda di Redmond ha rivelato il suo nuovo sistema di intelligenza artificiale, destinato a migliorare l’esperienza dei suoi prossimi titoli. Conosciuta come Mule, questa tecnologia sarà in grado di creare ambientazioni, situazioni e meccaniche quasi in tempo reale, in base alle azioni del giocatore. Creato in collaborazione con gli inglesi di Ninja Theory e addestrata tramite i dati provenienti da Bledding Edge (uno sparatutto multiplayer del 2020) questo sistema sarà rilasciato in formato open source, permettendo così anche agli utenti di apportare miglioramenti.
Come accaduto con molte altre tecnologie, anche l’avvento dell’IA nei titoli videoludici era solo questione di tempo. Le dichiarazioni di Fares sono solo la punta di un iceberg molto più vasto, complesso e in parte imprevedibile, ma dotato di molte potenzialità: la capacità di analizzare il comportamento dell’utente in tempo reale, modificando di conseguenza scenari e situazioni, la possibilità di dotare i png di comportamenti realistici e auto-adattativi, inclusi dialoghi sempre nuovi e personalizzati. Senza contare la possibilità di correggere in automatico eventuali bug e l’impatto sulla ricerca neuro scientifica. Come in ogni sistema di IA (basti pensare a ChatGPT e i programmi di creazione immagini) anche l’inserimento di questa tecnologia nei titoli video ludici sarà all’inizio abbastanza grezzo e semplificato, ma in pochi anni potrebbe realmente portare a quella rivoluzione che il settore cercava ormai da anni.

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