Recensione HITMAN – Episodio 6

Hokkaido, Giappone. L’ultima tappa del sicario più spietato del mondo è finalmente sbarcata negli store digitali. Dopo un metodo di distribuzione che inizialmente aveva fatto storcere il naso a molti, Hitman si prende il palcoscenico importante, quello che conta davvero, mettendo quindi la parola fine alla sua prima stagione.

L’arrivo nella location nipponica è diverso rispetto ai precedenti, ulteriore prova del fatto che nel corso della prima stagione di Hitman, IO Interactive abbia sperimentato molto, cambiando setting, modus operandi per evitare il fastidiosissimo feeling di già visto e vissuto. Hokkaido ci fornisce il benvenuto negli abiti del signor Rieper, già conosciuto ai tempi dell’asta IAGO durante la missione di Parigi. Le novità sull’approccio di quest’ultima missione non finiscono qui, infatti per rendere il tutto più complesso, non potremo portarci alcun equipaggiamento. La location in cui prende vita l’ultimo episodio è una clinica dalle cui finestre in vetro si staglia una vista mozzafiato, con le vette giapponesi a fare da sfondo ad una direzione artistica superlativa. Il design della clinica è riuscito in ogni suo aspetto. La pulizia dei corridoi, del tutto asettici ed estremamente ordinati, il sushi servito nei piatti dell’elegantissimo ristorante presente e le suite di lusso in cui potremo intrufolarci a fatica: il tutto è costruito con una cura maniacale. Gli sviluppatori hanno studiato a lungo il setting e si nota nei piccoli particolari. L’accento orientale di inservienti, camerieri, impiegati presso la clinica è marcato e udibile, segno di un lavoro meticoloso sui dettagli di contorno.

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Il team di sviluppo, per quanto concerne la varietà delle sfide e delle opportunità proposte, si è nuovamente superato.

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Il nostro obiettivo sarà duplice, a differenza di Colorado. Dovremo infatti porre fine ad un ex membro dell’ICA e ad una ex pedina della Yakuza, entrambi situati, per motivi diversi, nel resort GAMA. Il team di sviluppo, per quanto concerne la varietà delle sfide e delle opportunità proposte, si è nuovamente superato e siamo tornati al livello di Sapienza in termini di libertà di approccio, nonostante i vincoli imposti dal travestimento iniziale di Mr. Rieper. A differenza delle location passate, l’agente 47 non potrà aprire o forzare le porte con grimaldelli, chiavi o piede di porco poiché la clinica/resort GAMA possiede delle chiusure dotate di un’IA che riconosce l’individuo che ha di fronte. Il tutto ci riporta a Metal Gear Solid 2, quando dovevamo utilizzare la faccia dei soldati per poter entrare nel cuore della Big Shell. Tuttavia, qualcosa per rompere questo schema esiste eccome. I più attenti avranno certamente notato una ricompensa sbloccabile negli ultimi livelli di professionalità su Colorado. Questo particolare dispositivo permette di bypassare l’IA del resort GAMA, permettendo a 47 un girovagare sicuramente più tranquillo.

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Non vi scorderete tanto facilmente il direttore della clinica, fidatevi.

Qualora non vogliate essere completisti nel quinto episodio, niente panico. Hokkaido è completabile anche senza il bypass delle porte e vi suggeriamo di approcciarla, almeno per le prime run, senza il dispositivo sbloccabile in Colorado. Nel resort giapponese sono presenti passaggi segreti esterni, cornicioni che permettono di costeggiare l’intera struttura, semi-interrati che nascondono tutto il marcio di una clinica che non la racconta giusta. Le opportunità proposte dai ragazzi di IO Interactive sono tante e ben studiate. Alcune sfide vi faranno letteralmente impazzire, per la complessità che si cela all’interno della struttura di Hokkaido. I pattern degli NPC sono studiati per avere pochissime finestre di azione e dovrete calibrare ogni passo e alcune “imprese” extra per accumulare punti xp per salire di Professionalità ci stanno veramente facendo dannare. Lo stesso possiamo dire del contratto escalation inserito insieme alla missione principale, decisamente difficile ed estremamente impegnativo. I puristi della serie adoreranno in tutto e per tutto i vincoli imposti da IO Interactive, perché funzioneranno da scintilla per i giocatori più creativi e capaci.

Chiudiamo la nostra recensione scrivendo della narrativa e del “finale”. L’episodio 6 non finisce, non chiude alcun cerchio ed è fondamentalmente questo il neo più grande e vistoso di prima stagione di Hitman. Il fatto che si chiuda con una cutscene che lascia solamente dubbi e domande è da una parte affascinante in un primo momento, ma con il passare dei minuti diventa sempre più frustrante non aver concluso il cerchio narrativo tracciato sin dai primi episodi. Tutto ciò è semplicemente un ricco antipasto che con ogni probabilità vedrà un filo rosso di continuità nella prossima stagione che, ad oggi, resta lontanissima.