Skylanders: Giants: la recensione di VMAG

Il primo Skylanders è stato la rivelazione dello scorso anno: un gioco apparentemente per bambini ma in realtà per tutti, un prodotto curato, rifinito e persino innovativo, dotato di una tale spontanea freschezza da farci tornare tutti in quella meravigliosa arcadia chiamata “fanciullezza”, per usare un termine un po’ desueto. Quest’anno, dopo diverse e fortunate espansioni, è giunta l’ora della prova di maturità: il sequel.

Siamo sinceri: quante volte abbiamo visto splendide opere prime deragliare rovinosamente verso il baratro dell’oblio? Anche campioni un tempo apparentemente intoccabili come Prince of Persia sono caduti vittima di questa sindrome, caratterizzata da sintomatologie drammaticamente comuni che rispondono a nomi qualimilking e more of the same. Activision, poi, non è nuova a fenomeni simili: ha prosciugato serie come Tony Hawk e Guitar Hero… un po’ di timore per il destino di Skylanders, in fondo, era più che legittimo.

Invece no, gente, i Giganti non tradiscono, e questa volta possiamo affermare, neanche si trattasse di un gioco di Hulk o Godzilla, che le dimensioni contano. Il meccanismo è sempre lo stesso: il portale wireless accoglierà i vostri personaggi, che appariranno virtualmente nel gioco e che utilizzerete ancora una volta per sconfiggere le forze del male. Stavolta, però, oltre a una nuovissima serie di Skylanders “standard”, potrete godere nello scatenare la furia dei giganti, creature più grandi e dotate di forza superiore.

Le action figure sono piccoli capolavori: occhi e altre parti del corpo si illuminano, la cura per i dettagli è ammirevole. Ancora una volta torneremo tutti collezionisti, con il piacere extra di poter sviluppare i vecchiSkylanders oltre il limite del decimo livello, già raggiunto nel primo titolo.

 Il primo Skylanders è stato la rivelazione dello scorso anno: un gioco apparentemente per bambini ma in realtà per tutti, un prodotto curato, rifinito e persino innovativo, dotato di una spontanea freschezza

Grafica e sonoro sono eccellenti, sia a livello tecnico che artistico. Il gioco, accattivante per tutti, è il Nirvana per i più giovani, l’equivalente videoludico di un film Pixar in campo di animazione. Come dire: lo stato dell’arte. Non è un caso che la storia sia curata, divertente e avvincente nella sua semplicità, con un’opera di doppiaggio da antologia, che rende ancor meno perdonabili performance imbarazzanti come la localizzazione di Resident Evil 6, titolo che, almeno all’apparenza, avrebbe meritato ancor più cura.

Il gameplay, fedele al primo titolo, si arricchisce di opzioni e varianti. Il gioco contiene una montagna di azione e rompicapi, con tanto di multiplayer (davvero ricco e ben sviluppato) e di un extra favoloso su tutti: il puzzle game competitivo Pietracielo, che riesce quasi da solo a giustificare una nuova ondata di eccitazione. Skylanders: Giants non si può chiamare una sorpresa, ma la sorpresa sta nella conferma delle qualità di questa straordinaria nuova saga. E se amare Skylanders vuol dire essere bambini, allora datemi un dannato grembiule e una cartella. Io mi arruolo.