Toriyama

In commiato a Toriyama Akira

di Gualtiero Cannarsi

Non sono mai stato un appassionato di videogiochi di ruolo propriamente detti, quelli con gli โ€œscontri casuali a turniโ€, per capirci, proprio come i grandi classici della saga di Final Fantasy. Piuttosto, da vecchio amante dellโ€™arcade giapponese, i miei gusti viravano verso tuttโ€™altri generi, tutti dโ€™azione. Non che non mi piacessero le storie affascinanti, difatti gli action-adventure game, e persino i cosiddetti ARPG (giochi di ruolo dโ€™azione), spesso mi andavano a genio. Per esempio, amai molto Soul Blader e Gaia Gensouki, della Enix, mentre i miei titoli preferiti a marchio Square restano senzโ€™altro Seiken Densetsu 2 e Chrono Trigger. Non a caso, proprio questi due giochi erano nati come un ambizioso โ€œprogetto Toriyamaโ€ dellโ€™azienda, dapprima una start-up dallโ€™estrazione pressochรฉ hobbistica, che ambiva a realizzare un titolo action-RPG con character design dello stesso autore del giร  acclamato Dragon Quest, successo e simbolo del gigante Enix.

Curiosamente, ormai quasi due decadi or sono, venni contattato proprio dallโ€™azienda Square Enix (e ai tempi non sapevo neppure che le due celebri rivali si fossero fuse) per lavorare alla localizzazione di un loro titolo della per me ignota serie di Final Fantasy. Uno dei test preliminari per accedere a questo impiego consisteva nello scrivere unโ€™ipotetica bozza di trama per un ideale seguito di un gioco Square Enix, appunto. Suppongo che lโ€™azienda volesse verificare la conoscenza del candidato collaboratore in merito al loro stile. Siccome ai tempi stavo per compiere trentโ€™anni, insomma non ero ancora proprio vetusto, la cosa mi divertรฌ molto. La prova fu superata, il progetto mi venne assegnato e ne derivรฒ unโ€™esperienza lavorativa tra Italia e Giappone, a Tokyo, che per un provinciale come me si rivelรฒ ovviamente di inestimabile valore formativo. Tutto bene, quindi. Anzi, per varie ragioni, proprio di questi tempi mi รจ capitato di ripensarci molto, non dico con nostalgia, ma con misurato e credo giustificato affetto. Solo che, mentre per analogia ripensavo al mio amore per i personaggi di Chrono Trigger, per una terribile coincidenza il loro creatore รจ venuto prematuramente a mancare: il Maestro Toriyama Akira รจ morto il 1 marzo del 2024, allโ€™etร  di 68 anni.

Toriyama
Con i suoi contenuti tanto brillanti quanto demenziali, la serie animata avente come protagonisti il goffo Dr. Slump e la svitata bambina robot Arale ha saputo innovare con intelligenza la scena anime nipponica.

Nei successivi due mesi, tutto il mondo dellโ€™intrattenimento si รจ affrettato e affannato a rendergli doveroso tributo, con grandiosi articoli di meritato elogio, nella cui roboante quanto tipizzata magniloquenza e contrapposta tempestivitร  la parte piรน maligna di me tuttavia fatica a non leggere un certo opportunismo editoriale. Il padre di Dragon Ball, maestro assoluto dello shounen manga, e bla bla bla, ecc. ecc. ecc. Tutte cose banalmente vere, per caritร , ma cosรฌ poco personali che non si sa mai quanto personalmente sentite. Tuttavia, abbandonando la tipica prospettiva occidentale da cui gli appassionati nostrani fanno proprio fatica a scollarsi anche nel 2024, credo valga la pena ricordare che i grandi successi che lanciarono Toriyama Akira nel firmamento delle firme dellโ€™intrattenimento furono innanzitutto il manga intitolato Dr. Slump e la serie di videogiochi Dragon Quest.

Parlando in primis di Dr. Slump, personalmente l’ho sempre detestato. Quando ero piccolo, lo trasmettevano sulle TV italiane locali, e mi sembrava una cosa volgare e insensata. Crescendo, continuai a pensarla sempre cosรฌ: nulla di demenziale mi รจ mai piaciuto. Tuttavia poi, invecchiando, e soprattutto vedendo il Giappone dall’interno per tante volte in una decade abbondante, capii che essenzialmente quel Villaggio Pinguino altro non era che un’allegoria della tipica cittadina provinciale del Giappone post-post-bellico, con vicinati suburbani e societร  familista nucleare. Anzi, in Giappone i pinguini sono spesso considerati proprio il simbolo della famiglia nucleare, come si puรฒ notare guardando i bambini con mamma e papร  che li guardano allo zoo. A volte fare 1+1 รจ difficile, quando in mezzo alle due cifre c’รจ mezzo mondo di distanza. Ma tutti i personaggi in Dr. Slump non sono che delle macchiette che ritraggono le idiosincrasie tipiche di quella societร , non differentemente da altre celebri opere come Jarinko Chie [La monella Chie, manga di Etsumi Haruki], o persino l’originale Uruseiyatsura [il celeberrimo Lamรน], che so. E Toriyama Akira aveva appena 23-25 anni quando creรฒ quel suo primo successo. Era davvero giovane, e credo sia importante capacitarsi di quanto di puramente autodidatta e artigianale ci fosse in quella che oggi ci pare, ma credo ci sia sempre sembrata, un’enorme industria produttiva, quella dei manga, degli anime, e altrettanto dei videogiochi giapponesi. Difatti ritengo che il grande, grande successo di Toriyama Akira sia nato proprio con Dragon Quest, una serie che in patria divenne presto un fenomeno sociale tra i bimbi delle elementari e che lโ€™ancora giovane Toriyama, forte del successo del suo primo manga, fu ingaggiato per caratterizzare graficamente non solo nei personaggi, ma in tutta lโ€™ambientazione: la sua piรน grande capacitร  era proprio quella di creare dei mondi narrativi fantasiosi e smisurati, ma sempre coerenti e credibili, davvero lโ€™ideale per ambientarvi avventure fantastiche.

Parliamo insomma di giovinezza, di freschezza, persino di semplice ingenuitร . E allora, nel mio misero piccolo, vorrei ricordare il compianto autore recuperando e pubblicando qui, sulle pagine di V, quel mio giovanile progetto per un ideale seguito di Chrono Trigger, che come dicevo scrissi e proposi come test di ingresso per il mio lavoro con la Square Enix e che nella mia mente era logicamente popolato da creazioni grafiche del grande Toriyama Akira. Un gioco che intitolai Time Saviours.

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La saga di Dragon Ball, con i suoi combattimenti sempre piรน spettacolari, ha segnato numerose generazioni di appassionati come poche altre hanno saputo fare.

La storia prendeva le mosse da un ragazzino dei giorni nostri a cui piombano in cameretta gli eroi del primo Chrono Trigger, a lร  Doraemon che sbuca dal cassetto della scrivania di Nobi Nobita. Il ragazzino รจ il figlio di un professore universitario di storia, che lui ha sempre ammirato molto, ereditandone la passione per la materia, ma i suoi genitori si sono separati e lui ha preso a “rifugiarsi” nelle vicende storiche come in un romanzo d’evasione. In ogni caso, questo lo ha reso una specie di libro di storia vivente, cosรฌ i “vecchi protagonisti” lo reclutano perchรฉ il loro compito รจ diventato correggere le anomalie che si generano spontaneamente nel flusso degli eventi storici, e in questo il ragazzino รจ una risorsa inestimabile, perchรฉ puรฒ ragguagliarli sul corso della storia posteriore allo loro epoca (ignoto futuro per loro, documentato passato per noi tutti), portandoli a “far andare le cose come devono” in una serie di scenari incentrati su eventi apicali della storia reale. Con tali premesse, il gioco sarebbe stato anche educativo, portando il giocatore a rivivere e cosรฌ scoprire importanti eventi storici e il loro dipanarsi. A dire il vero, mi ero ispirato a un non molto conosciuto telefilm che avevo intravisto da piccino, intitolato Travellers! e basato all’incirca sullo stesso canovaccio.

Il plot-twist che avevo poi introdotto รจ che, dopo un po’, il giovane protagonista si sarebbe reso conto che tutte le missioni non conducevano mai oltre una certa data futura, quindi intuiva che lรฌ doveva trovarsi il vero termine della storia, forse la fine del mondo? Cosรฌ il gruppo andava a indagare e scopriva la presenza di un’entitร  chiamata Hegel, che sembrava essere l’effettivo distruttore non del mondo, ma dellโ€™umanitร . Ovviamente il fulcro del tutto diventava fermare questo misterioso Hegel per salvare l’umanitร , invertendo la logica del gioco rispetto a prima: invece che preservare la storia, si trattava ora di cambiarla per il meglio, scongiurando una oscura tragedia finale. Quindi l’azione si spostava nel futuro prossimo del giovane protagonista, ossia il nostro stesso presente, dove, partendo da avvenimenti a noi realmente contemporanei, si procedeva in avanti nel tempo “a tentoni”, cercando di intuire ed evitare determinati eventi che avrebbero condotto al deragliamento della societร  umana portandola alla “fine della storia”, ossia all’autoestinzione della nostra specie. Tuttavia, ben presto Hegel si scopre non essere un vero cattivo, ma solo un grande sapiente e alchimista che, avendo scientificamente predetto la malaparata dell’umanitร , ormai re-animalizzata dal benessere consumistico, si era incattivito verso la sua stessa specie e, avendo infine scoperto il modo per trascendere il tempo, ne era diventato non un guardiano, quanto piuttosto il promotore della sua fine, ormai convinto che l’umanitร  meritasse l’estinzione per cedere il passo a una nuova civiltร  post-umana e super-umana. Ovverosia, il suo scopo era quello di far finire una storia per farne ricominciare una tutta nuova con i pochi sopravvissuti, il che volendo era molto nello stile Nausicaรค della Valle del Vento di Miyazaki Hayao, ma non il film animato, dico il manga originale. Per realizzare il suo proposito, Hegel aveva creato degli alchemici “semi dell’odio”, sparpagliandoli in giro per il mondo, dissimulati negli oggetti piรน comuni e disparati, cosรฌ da indurre gli esseri umani a isolarsi nell’odio reciproco, rifiutando il contatto con i loro simili. Curioso che avessi pensato a una storia simile prima della nascita dei social network, in effetti, ma forse si trattava di unโ€™eco letteraria da Momo di Micheal Ende, che avevo letto e amato alle scuole medie.

Toriyama
Chrono Trigger, gioco di ruolo pubblicato da Squaresoft, รจ ancora oggi considerato uno dei maggiori JRPG di culto grazie alla sua dimensione narrativa e al suo inconfondibile stile visivo.

Naturalmente, gli eroi si prodigavano per estirpare quanti piรน “semi dell’odio”, ristabilendo la concordia tra le persone e nel contempo risalendo al loro crudele inventore. Nel mentre, scoprivano anche che taluni dei piรน grandi malvagi della storia contemporanea erano a loro volta stati spinti all’odio dai “semi” di Hegel, che nel momento di confronto apicale tentava di sedurre gli eroi stessi, offrendo loro il ruolo di governatori del mondo futuro da lui ingegnerizzato. Per il cattivo mi ero ispirato un po’ al Newton/Dornkirk della serie animata Tenkuu no Escaflowne, ovviamente mischiandolo con una sorta di Mefistofele intriso di filosofia hegeliana, perรฒ giocando con la scrittura in katakana, per rendere il tutto un po’ piรน sfumato, ovvero il nome di Hegel non l’avevo scritto proprio come “Hegel” in caratteri latini, ma come un omofono della stessa scrittura giapponese ใƒ˜ใƒผใ‚ฒใƒซ, “Haeger” o qualcosa di simile. In ogni caso, alla fine si scopriva che questo villain altro non era che un brillante ex-scienziato che, da giovane, non aveva potuto salvare la sua amata, tragicamente affetta da un male incurabile, e cosรฌ aveva tramutato il suo fervore positivista in una negativitร  radicale, un odio profondo e cieco contro tutto il creato. Nel suo isolato nichilismo, si era dedicato all’alchimia, istigando la destrutturazione della societร  umana, che รจ invero basata sull’affetto per il proprio simile, e veniva infine sconfitto dalla “semplice” presa di coscienza (cioรจ risoluzione) del suo stesso trauma, per empatia del protagonista che, gettando la sua maschera di bimbo serioso, scoppiava a piangere, confessando il dolore provato per la separazione dei suoi genitori. Insomma, la morale della favola era che il piรน brillante scientismo non รจ poi diverso dall’efferato individualismo innescato dal semplice benessere consumistico postmoderno: sono entrambi forme di solitudine solipsista, meccanicista, egoistica, laddove la vita ovvero la natura umana รจ fatta di comunione e amore. Nell’epilogo, una volta scongiurata l’estinzione della nostra civiltร , il protagonista tornava al suo presente e trovava i suoi genitori di nuovo insieme, poichรฉ anche loro avevano subito il nefasto influsso di un “seme dell’odio” e non avevano mai smesso di amarsi, per vivere tutti insieme in un tempo felice e contento…

…proprio come nelle tipiche storie di Toriyama Akira, sempre profondamente familiste, dove tra arti marziali e colpi speciali, draghi e dinosauri, scienziati e alieni, viaggi nello spazio e nel tempo, vecchi guardoni e bambini euforici, animali antropomorfi e quantโ€™altro, alla fine tutti, ma proprio tutti – protagonisti e antagonisti e comprimari – tutti si sposano e figliano, perchรฉ le battaglie si combattono per salvare mamma, papร , i propri amici, e se proprio capita anche il mondo e lโ€™universo, cosรฌ, en passant.

Saluti e grazie per tutte le lezioni ed emozioni, Toriyama-sensei.

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