Nights of Azure: la recensione di VMAG

Durante il Tokyo Game Show 2015 Guglielmo, l’attuale Editor in Chief di VRGamer, ha avuto la fortuna di intervistare su VMAG Kensuke Kikuchi, il creatore del titolo che abbiamo avuto finalmente modo di provare per voi. Nights of Azure, Yoru no Nai Kuni in Giappone, è un gioco creato dalla Gust, gli sviluppatori delle serie Atelier e Ar tonelico: Melody of ElemiaQuello che abbiamo davanti è un action JRPG per PayStation 4, già disponibile in Giappone dallo scorso ottobre anche per PlayStation 3 e PS Vita, ma in fase di localizzazione non è stato fatto un lavoro che adattasse il gioco al mercato europeo, lasciandolo in lingua originale. 

In Nights of Azure ci ritroviamo nel XIX secolo in una piccola isola sperduta nel mare del nord, in un regno chiamato “Ruswal”. Il Signore della notte, sconfitto 800 anni addietro dai cavalieri de “La Curia”, morì spargendo il suo sangue blu, che cadde come una sorta di pioggia dal cielo, trasformando gli esseri viventi che entravano in contatto con questa sorta di “linfa blu” in demoni chiamati “ Fiend” che tutt’ora vagano per la notte aggredendo tutto ciò che si muove e rendendo così sicura soltanto la vita durante il giorno: da qui il nome di “Terra senza notte”.

Nights of Azure
L’unico e solo “Signore della Notte” ci governerà e controllerà.

La Curia sa che il Signore della Notte non è stato sconfitto per sempre e che anzi, sta cercando di tornare al potere facendo calare la notte eterna. Per poter governare in maniera incontrastata, l’unico modo con cui ad ora la Curia può operare, tramite un’azione combinata di cavalieri, è occuparsi dei demoni ogni notte, grazie a preti e sacerdotesse che purificano il sangue azzurro raccolto in battaglia dai cavalieri. Qui vi presentiamo la nostra protagonista, Arnice, anche lei cavaliere della Curia dotata di una rara particolarità, un po’ come Ellie in The Last of Usè stata infatti contaminata dal sangue azzurro senza però trasformarsi in un demone, acquisendo capacità uniche che la rendono la migliore di tutti. Una sorta di mezzo-sangue blu, per rimanere in tema.
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Tra le due si avvertirà da subito un forte legame che ci porteremo avanti per tutto il gioco anche con qualcosa che, delle volte, potrà velatamente ricordare un’amore saffico…

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Il gioco inizia quando arriviamo a bordo di una barca a vela nell’isola sopracitata e incontriamo Lilysse, che scopriamo essere una sua ex compagna di scuola che ora lavora come cameriera allHotel Ende, quello che diventerà la nostra base operativa, e una delle sacerdotesse della chiesa, scelte in sacrificio dalla Curia ogni 10 anni, per scongiurare il ritorno del Signore della Notte. Tra le due si avvertirà da subito un forte legame che ci porteremo avanti per tutto il gioco con qualcosa che, delle volte, potrà velatamente ricordare un’amore saffico, incitato dalla fisicità delle protagoniste. Da donna quale sono vi posso assicurare che, anche io, ero distratta dal movimento “tettonico” non sempre legato al respiro ma anche solo a uno spostamento d’aria. Un po’ troppo? Uomini dite la vostra!

Nights of Azure
Non so dove guardare…

Il nostro compito quindi sarà quello di svolgere delle indagini, per cercare di capire come intende muoversi il Signore Oscuro e nel mentre cercare un modo per salvare Lilysse  dal suo destino di “Saint” sacrificale. A nostra disposizione avremo un’arma che potrà cambiare in cinque forme diverse: si inizierà con una spada, ma con l’andare avanti del gioco, Arnice, imparerà a trasformare la sua arma in una doppia spada, o in una sorta di cannone magico, o in un martello, per adattarsi ai diversi stili del gioco. Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e iniziamo a parlare di più del gameplay.
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Ci troviamo davanti a un action JRPG in cui controlleremo la nostra protagonista, muovendoci attraverso una mappa che darà accesso a diverse aree da esplorare in caccia di demoni.

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Come detto inizialmente, con Nights of Azure ci troviamo davanti a un action JRPG in cui controlleremo la nostra protagonista muovendoci attraverso una mappa che darà accesso a diverse aree da esplorare in caccia di demoni. Per combatterli avremo a nostra disposizione una grossa spada e dei Servan (schierabili massimo 4 a battaglia), demoni contaminati dal sangue azzurro e assoggettati al nostro servizio, dotati di speciali poteri e selezionabili dal tasto cerchio quando avremo un quantitativo specifico di punti SP, che figurano nella nostra barra di stato sempre visibile sull’interfaccia. Ce ne sono di tre tipi: di attacco, di supporto e di difesa e una volta che li avremo evocati, essi si muoveranno autonomamente attaccando i nemici. In alcune occasioni sarà possibile impartire loro dei comandi specifici, elemento che aggiungerà un tocco di strategia e che, con l’andare avanti nel gioco, permetterà a questi di acquisire nuove abilità e tecniche per salire di livello grazie all’esperienza accumulata.

Interfaccia grafica visualizzata durante il gioco, con un esempio di attacco speciale.

Anche Arnice stessa, essendo un mezzo-sangue, ha la capacità di trasformarsi in creature potenti. Grazie ad uno speciale indicatore che si riempie lentamente mentre attacca i nemici avremo la possibilità di evolverci in una delle cinque diverse forme estremamente letali, che supporteranno i diversi stili di gioco e ci aiuteranno a sconfiggere i boss. Una volta effettuata la trasformazione non saranno nemmeno così difficili da battere e, oltretutto, una volta sconfitti lasceranno denaro, artefatti, modificatori temporanei di statistiche e le potentissime gocce di sangue blu, utili per far crescere l’indicatore della nostra barra utile per le trasformazioni, oppure spendibili per comprare oggetti in speciali negozi, o per attivare nuovi Servan che, per la precisione, sono 250 collezionabili.

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Non è contemplata la lingua italiana, tutto è rigorosamente in giapponese sottotitolato in inglese.

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Come dicevamo prima, la nostra base è l’Hotel Ende. Qui si svolgerà gran parte della storia, caratterizzata da dialoghi anche abbastanza profondi tra Arnice, Lylisse e vari personaggi. Qui arriviamo alla prima nota dolente: non è contemplata la lingua italiana, tutto è rigorosamente in giapponese sottotitolato in inglese. Se non vi sentite ferrati con la lingua, potrebbe non essere il titolo che fa per voi perché rischiereste di perdere tutto il bello della storia. Qui all’Hotel, Arnice potrà potenziare le sue statistiche spendendo le ormai famosissime gocce di sangue blu, fare missioni secondarie utili per scoprire vari retroscena della storia e, soprattutto, salvare il gioco, visto che ho scoperto a mie spese che non lo fa sempre in automatico.

Nights of Azure
Ecco a voi Arnice, in tutto il suo tetto… em splendore!

Se volessimo entrare più in dettaglio sul battle system invece, avremmo qualcosa da ridire. Ci spiace dirlo, ma la mancanza di sfida nella storia principale di questo gioco è uno dei suoi più grandi difetti. Bisogna dire subito che i nemici non sono così “difficili”, ma se non fosse per il fatto che dovremo sconfiggerli per ottenere le gocce di sangue e gli artefatti, si potrebbe, in molti casi, evitare di fermarsi a combattere, nei forse troppo frequenti incontri casuali. I nemici si presentano sempre in gruppo, ma se si volesse evitare lo scontro basterebbe correre, visto che sono più lenti di noi. Questo è davvero un peccato perché la crescita del nostro personaggio, le sue evoluzioni, lo studio della strategia per usare al meglio i nostri Servan avrebbe potuto regalare maggiore sfida e stuzzicare di più la nostra voglia di sangue (blu). Invece, anche quelli che dovrebbero essere i Boss, vengono facilmente sconfitti quasi al primo tentativo. A mio dire, e in base alla mia esperienza, ce ne saranno stati giusto uno o due di Boss che hanno fornito una parvenza di difficoltà, e uno di loro è nascosto per quasi tutto il tragitto.

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Vi è la presenza di un’arena, in cui Arnice potrà cimentarsi in varie sfide dove il livello di difficoltà sarà sempre crescente e con regole ogni volta diverse.

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A salvare questa situazione, almeno così pare, vi è la presenza di un’arena, in cui Arnice potrà cimentarsi in varie sfide dove il livello di difficoltà sarà sempre crescente e con regole ogni volta diverse: ad esempio alcune volte bisognerà combattere usando esclusivamente i Servan, o trasformarsi prima che scada il tempo, e via dicendo. Queste sfide, nel caso in cui vengano completate ovviamente, ci permetteranno di ottenere ricompense in base ai risultati ottenuti.

Nights of Azure
Questa sera avete stuzzicato la ragazza sbagliata…

Noi abbiamo provato la versione PlayStation 4 e, dal punto di vista tecnico, gli scenari non sono molto complessi e hanno uno stile tipico degli anime. I personaggi sono davvero “kawaii” e se siete amanti di questo stile non resisterete a non comprarlo (personalmente adoro questo stile e posso risultare di parte, ma vi posso assicurare che sono una gioia per gli occhi). Nonostante ciò, anche qui c’è da fare un piccolo appunto: nelle scene di battaglia con molti nemici ed effetti su schermo, si nota che il frame rate cala visibilmente rispetto ai consueti 60 fps.

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La colonna sonora, piacevole e delicata, che gli amanti degli JRPG legati a quel non so che di romantico non potranno non amare.

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Le texture sono abbastanza pulite, così come lo stile grafico fumettoso dei personaggi. Un’altra cosa che abbiamo apprezzato particolarmente è stata la colonna sonora, piacevole e delicata, che gli amanti degli JRPG, legati a quel non so che di romantico, non potranno non amare. Inoltre, il nostro viaggio sarà accompagnato da un pianoforte che con le sue note scandirà i nostri passi e i dialoghi. 

Nights of Azure
Ma come vuoi combattere, guarda quanto sei carino @.@

Nel complesso, Nights of Azure è un gioco strano. I fan più accaniti di giochi di ruolo d’azione saranno probabilmente sfiduciati dalla mancanza oggettiva di una sfida. Eppure, sebbene sia un action JRPG è difficile per me dire che questo titolo lo sia in tutto e per tutto visto che, come spiegato sopra, manca l’elemento di sfida, ma allo stesso tempo non possiamo nemmeno dire che sia un gioco ‘brutto’. Se dalla Gust avessero avuto un’idea di storia principale più articolata e inserito la possibilità di personalizzare la difficoltà di gioco, probabilmente, sarebbe potuto essere veramente un’ottimo titolo. Mi verrebbe da dire che potrebbe sembrare un po’ un’occasione sprecata.

Ovviamente se siete amanti del genere, o se siete in cerca di un prodotto con una trama ricca di pathos e umorismo tipicamente in stile giapponese, non potete non acquistarlo. Ci aspettavamo di più? Sicuramente si, perché le basi sono assolutamente ottime.
Dōmo arigatō Gust! 

https://www.youtube.com/watch?v=b6mHNCzrxJ0