Recensione Need For Speed Payback

Need For Speed è uno dei brand continuativamente sviluppati più longevi di sempre, con il primo storico capitolo datato addirittura 1994. Quello che era nato come una citazione di Top Gun (ricorderete la scena dell’high five tra Tom Cruise e Val Kilmer), nel corso degli anni si è evoluto a dismisura, fino a raggiungere una completa maturazione nel 2003, quando venne pubblicato Need For Speed: Underground, ancora oggi considerato uno degli episodi meglio realizzati. Attraverso Most Wanted, poi, il franchise raggiunse vette inimmaginabili, conquistando milioni di player con un mondo aperto completamente esplorabile, una personalizzazione delle auto semplicemente sconfinata e una componente narrativa, caratterizzata dall’indimenticata Black List, in grado di coronare alla perfezione un gameplay assolutamente esaltante. Purtroppo, però, a parte qualche sporadico episodio piuttosto interessante, la serie andò incontro a grandi problemi di creatività ed evoluzione delle meccaniche di gioco, le quali resero i successivi capitoli sempre abbastanza simili e privi di elementi peculiari e caratteristici, non riuscendo, insomma, a fornire al pubblico quel feeling da sempre amato alla follia dai fan. Dopo varie peripezie, al timone della saga giunse, tre anni fa, Ghost Games, la quale per ben due capitoli riuscì a ridare vita alla formula del brand, senza però essere in grado di raggiungere l’eccellenza. Con l’annuncio di Need For Speed Payback, in molti colsero le chiare citazioni a Fast and Furious, e, dopo gli esaltanti trailer rilasciati nel corso dell’estate, l’attesa nei confronti della produzione non poteva che essere elevata. Sarà riuscita la casa di sviluppo a portare a completa maturazione quanto prodotto nei due scorsi episodi? Scopriamolo insieme. (Qui per le nostre guide sul titolo)

Senza ombra di dubbio, uno degli elementi meno sviluppati della serie fu, quasi sempre, il tessuto narrativo, spesso costruito come semplice pretesto per portare in pista i giocatori, oppure esageratamente hollywoodiano e condito da personaggi banali e privi di spessore. In Payback, la trama risulterà essere in parte ancorata agli stilemi classici del brand, ma la presenza di ben tre protagonisti rende lo svolgimento sicuramente più vario e divertente. I ragazzi che interpreteremo sfrecciando sui tracciati saranno: Tyler Morgan, Jessica Miller e Sean McAlister, tutti e tre ben caratterizzati seppur in parte stereotipati. Le vicende narrate dalla produzione originano dall’ultimo grande colpo che la combriccola vuole compiere: rubare un bolide dal valore milionario per poi rivenderlo e sistemarsi per tutta la vita. Qualcosa, però, andrà storto, in quanto a furto compiuto un membro del team, ovvero Lina Navarro, tradirà il gruppo, rubando il veicolo e portandolo al Collezionista, capo di un’organizzazione clandestina chiamata la Loggia. A questo punto il trio si scioglierà, e ognuno andrà per la propria strada. Tyler, però, passati sei mesi, vorrà tentare di vendicarsi per il torto subito, e per farlo si alleerà con Marcus Weir, il proprietario dell’auto rubata in precedenza, il quale finanzierà il ragazzo affinché ricostituisca il gruppo e gli riporti il veicolo sequestrato dalla Loggia.

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Sicuramente la trama di Need For Speed Payback riesce a divertire per tutta la sua durata, dimostrandosi anche particolarmente ispirata nei frangenti più spettacolari e al cardiopalma.

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Sicuramente la trama di Need For Speed Payback riesce a divertire per tutta la sua durata, dimostrandosi anche particolarmente ispirata nei frangenti più spettacolari e al cardiopalma. L’influenza di Fast and Furious si fa sentire, soprattutto in una missione in particolare, nella quale dovremo assaltare un camion in piena autostrada (vi ricorda niente?), ma riteniamo che la scelta sia stata positiva, in quanto le missioni principali giocate dal player risulteranno tutte ben realizzate e frenetiche, coinvolgendo lo spettatore. Oltre ad esse, vi saranno una serie di incarichi secondari che si differenzieranno in base ai veicoli impiegabili, divisi in cinque categorie: da corsa, derapata, accelerazione, fuga e fuoristrada. Ognuno di questi compiti sarà caratterizzato da circa 5/6 gare, nelle quali dovremo vincere con il nostro bolide per sconfiggere una fazione e progredire nella quest line principale. Proprio qui iniziano a palesarsi i primi problemi di ripetitività del titolo: nonostante la diversificazione delle categorie, lo schema sarà sempre lo stesso, e andrà reiterato finché non ci avvieremo alla fase finale della storia, la quale, fortunatamente, fornirà qualche spunto diverso rispetto a prima.

La spettacolarità sarà elevata.

Nonostante ciò, come è intuibile, nelle classiche gare da corsa dovremo utilizzare veicoli veloci e prestanti per tagliare primi il traguardo, in quelle da derapata saremo chiamati a guadagnare punti facendo slittare la nostra auto, nelle sfide accelerazione, proprio come nelle prime pellicole di Fast and Furious, dovremo, in uno contro uno, cambiare le marce manualmente e con il giusto tempismo percorrendo un quarto di miglio, nelle competizioni fuga avremo la possibilità di distruggere i veicoli della polizia in spettacolari inseguimenti, e, infine, nelle gare fuoristrada saremo obbligati a vincere percorrendo tracciati sia stradali che sterrati. Insomma, la varietà non mancherà di certo, anche se, dopo un po’ di ore alla guida, il senso di ripetizione dei compiti si farà sentire. Molto interessante, però, il fatto di poter utilizzare tutti e tre i protagonisti in pista, i quali, oltre ad essere differenziati caratterialmente, risulteranno molto diversi anche sotto il profilo della guida: Tyler sarà predisposto per la velocità pura, Jess particolarmente indicata per fuggire dalla polizia e frantumare qualche veicolo, mentre Sean apparirà perfetto per le gare sullo sterrato. Scelta convincente questa, in quanto vi permetterà di apprezzare maggiormente i character e di vivere momenti differenti con loro.

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 Il tuning rappresenta la componente migliore del gioco, capace di mantenere incollato per ore il giocatore desideroso di creare la combinazione perfetta per i propri gusti.

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Prima di affrontare ogni incarico, il giocatore sarà tenuto a considerare il livello dell’auto dell’avversario, in modo tale da potenziare il proprio per appianare le differenze. Questo sarà possibile attraverso le Speed Card: delle speciali carte che si applicheranno sulle componenti del veicolo, come turbo, centralina, scarico testata ecc, per aumentarne le prestazioni. Esse dovranno essere studiate a fondo, in quanto esisteranno anche più carte dello stesso tipo (quindi applicabili al medesimo pezzo della macchina) ma con parametri differenti, per una diversificazione davvero notevole. Inoltre, le stesse potranno essere vinte ad ogni gara, acquistate nelle varie officine spendendo denaro, oppure ottenibili gratuitamente sfruttando i gettoni e coinvolgendo la sorte in una specie di slot machine, dalla quale verranno fuori potenziamenti casuali. L’introduzione funziona davvero bene e risulta perfetta per lo scopo che si prefigge. Oltre alle carte, le auto potranno essere completamente personalizzate all’interno del nostro garage, dove potremo agire sulla colorazione estetica e le aerografie, passando per i componenti del vettore, come paraurti, parafanghi, tettucci, cerchi in lega e fari, finendo sull’assetto del mezzo, potendo agire sull’altezza e la posizione delle ruote. Senza ombra di dubbio, il tuning rappresenta la componente migliore del gioco, capace di mantenere incollato per ore il giocatore desideroso di creare la combinazione perfetta per i propri gusti.

Qui potete notare le speed card equipaggiabili sui veicoli.

Un peccato però che anche qui dovremo spendere fior fior di quattrini per personalizzare il veicolo, e se a questo sommiamo che per procedere dovremo potenziare ben cinque differenti tipi di auto, adatte ad ogni categoria, dovendole acquistare dagli appositi rivenditori, ci possiamo rendere conto che la presenza delle microtransazioni diventa leggermente ingombrante, seppur non indispensabile. Durante tutta la nostra prova, difatti, non abbiamo mai sentito la necessità di farne uso, però per compensare la difficoltà di racimolare molti soldi per permetterci auto, potenziamenti e personalizzazioni, abbiamo dovuto ripetere più volte le stesse gare, percependo tedio in alcuni frangenti. A onor del vero sono presenti anche delle sfide giornaliere che in minima parte attenuano il tutto, le quali ci consentono, una volta completate, di ottenere delle consegne speciali sotto forma di denaro, gettoni o componenti uniche per i bolidi. Rimane il fatto che questa usanza sta iniziando a divenire eccessivamente implementata nelle produzioni, e la speranza, ovviamente, è che non incidano mai sul completamento del gioco.

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Sparsi nel mondo di gioco ci saranno dei mini incarichi terziari, i quali alla lunga, però, risulteranno piuttosto noiosi e ripetitivi.

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Oltre a ciò, sparsi nel mondo di gioco ci saranno dei mini incarichi terziari, inquadrabili in sfide all’autovelox, gare a mantenere una certa velocità, salti mortali e mini tracciati da eseguire in derapata, i quali potranno essere completati ottenendo un punteggio variabile da una a tre stelle. L’ottenimento delle stesse, sbloccherà nel vostro garage le parti da poter personalizzare del vostro veicolo, permettendovi di approfondire il tuning, inizialmente relegato ad una semplice modifica nella colorazione. C’è da dire che però una volta aver reso disponibili tutte le customizzazioni, il completamento di queste mini sfide risulterà abbastanza inutile, rendendo l’introduzione parzialmente inefficace. Un’implementazione che i gamer appassionati apprezzeranno è quella dei “Catorci”: auto dal passato straordinario ma ormai ridotte in frantumi. Difatti, sconfiggendo i vari boss delle fazioni avversarie, essi vi forniranno delle foto, dalle quali sarà possibile riconoscere delle location in cui saranno presenti le componenti dei bolidi mal ridotti. Recuperare tutti e cinque i pezzi vi permetterà di riportarle in vita, e di scegliere da soli la categorie d’appartenenza (quindi se da corsa, accelerazione, ecc). Forse potrebbe apparire troppo difficile trovare tutti i componenti, in quanto esclusivamente una conoscenza approfondita della grande mappa di gioco vi permetterà di scovarli tutti, e quindi è chiara l’intenzione degli sviluppatori di far viaggiare quanto più possibile i gamer nella città fittizia di Fortune Valley, scoprendone tutti i segreti, come un Ufo schiantato nelle rocce (non stiamo scherzando, lo abbiamo trovato davvero).

Ecco la prova.

Parlando dello stile di guida, esso, ovviamente, è rimasto arcade, offrendo un feeling di gioco davvero ottimo e capace di divertire in ogni circostanza. Le auto cambiano in maniera considerevole a seconda della categoria d’appartenenza, offrendo un feedback di guida unico piuttosto evidente. I veicoli d’accelerazione, ad esempio, tenderanno ad essere scattanti sul rettilineo ma poco manovrabili, mentre quelli da derapata sgondoleranno facilmente, risultando però meno prestanti e veloci. Insomma, un lavoro davvero ben fatto, che farà provare ai gamer ottime sensazioni. Senza infamia e senza lode, per varietà e grandezza, la mappa di gioco, la quale effettivamente non saprà mai stupire per bellezza estetica o estro creativo, ma comunque svolgerà il suo ruolo senza evidenti pecche, eccetto alcune zone sterrate ricche di rocce in cui incagliarsi.

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Sotto il profilo tecnico, Need For Speed Payback non ci ha stupito particolarmente, risultando graficamente un titolo assolutamente nella media

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Sotto il profilo tecnico, Need For Speed Payback, nonostante venisse girato su uno schermo in 2k, con una Nvidia 1070, 16GB di RAM e un processore Intel Core I7 4790K, non ci ha stupito particolarmente, risultando graficamente un titolo assolutamente nella media. Sicuramente i modelli poligonali delle vetture sono stati realizzati con cura certosina e in maniera impeccabile, però le zone cittadine, anche sotto il profilo artistico, ci hanno lasciato un pochino indifferenti. Molto più caratterizzanti e ispirate le vallate rocciose desertiche, capaci di catturare maggiormente l’attenzione del gamer. Ottimo il doppiaggio in italiano, curato, con un buon casting e ottimo lip-sync, e tutte le musiche presenti nella produzione, tra cui spicca Daytona del rapper nostrano Salmo. Perfetti anche i rombi dei motori delle auto, tutti ben realizzati e in grado di rimandare ai suoni reali.

In conclusione, Need For Speed Payback è un buon capitolo della serie, che propone, seppur con qualche stereotipo, una trama leggera e spensierata, la quale vi guiderà per le oltre 20 ore di gioco. Inoltre, il feeling con le auto risulta davvero ottimamente realizzato, ben differenziato nelle cinque tipologie di veicoli e in grado di divertire il player. Il tuning rappresenta il vero punto di forza del gioco, risultando profondo e capace di soddisfare tutte le vostre richieste. Fortune Valley sarà caratterizzata da un quantitativo gigante di incarichi e missioni secondarie, le quali però risulteranno, alla lunga, piuttosto ripetitive e poco soddisfacenti. La città, in più, non brilla particolarmente per bellezza estetica, apparendo anzi piuttosto banale, e sotto il profilo artistico non saprà catturarvi. Consigliato agli amanti del brand e della personalizzazione sfrenata dei veicoli; con qualche remore, invece, per chi è alla ricerca di qualcosa di più profondo.